COSENZA - Donna Brettia è in assoluto la prima donna guerriera nella storia del mondo occidentale. Dopo di lei, con quattro secoli di ritardo, c’è la britannica Boadicea o Boudicca che, nel 54 d.C., cercò, senza successo, di liberare l’isola dai Romani. 
“Nella ricerca sulla storia dei Bruzi abbiamo incontrato una donna di eccezionale valore, che non ha ricevuto il dovuto riconoscimento nella storia dei popoli perché mai nessuno storico si è occupato di lei: la donna Brettia che, nel 356 a.C., ha condotto i Bruzi a liberarsi del giogo della servitù per conquistare la libertà. Il suo ‘peccato originale’  era quello di appartenere a un popolo di scarto, i Bruzi, che i Romani bollarono come un popolo di traditori, di inaffidabili, di teste dure, di banditi di strada, solo perché, per tre secoli, non vollero sottomettersi alla loro potenza. Eppure tra le due donne guerriere c’è stato un diverso trattamento storico. Boadicea, sconfitta sul campo di battaglia, ha vinto nella storia. Gli inglesi, infatti, l’hanno dichiarata eroina delle libertà inglesi e le hanno innalzato una statua sul Manchester Bridge, a lato del Parlamento inglese, a imperitura memoria. Donna Brettia vittoriosa sul campo di battaglia, ha perso nella storia, a causa dell’Impero Romano, che detestava i Bruzi, e le fu destinato l’oblio totale. La nostra Associazione ha inteso fare questa giustizia storica per dare a Donna Brettia il suo posto nella storia dei popoli”, spiega il professore Francesco Felicetti, presidente dell’Associazione Centro storico di Cosenza-Città del tempo libero. 
I Bruzi (in latino Brettii o Bruttii) erano un antico popolo di stirpe italica che abitò la quasi totalità dell’odierna Calabria che, in epoche successive, fu la parte meridionale della Regio III augustea Lucania et Bruttii. Il centro nevralgico di questo popolo era Consentia, la quale venne eletta dalle tribù dei Bretti, dopo essersi coalizzate in una lega, “capitale” della regione. Fu occupata dai Romani assieme al resto della Magna Grecia nel 265 a.C., ma durante la Seconda guerra punica si ribellò a Roma per allearsi con Annibale, per poi ritornare sotto il saldo controllo della Repubblica Romana dopo la sconfitta del condottiero cartaginese. Roma confiscò quasi tutto il territorio trasformandolo in colonia romana (II e I secolo a.C.). 
Nel 73 a.C. i Bruzi tentarono un’ultima volta di riconquistare la libertà e l’autonomia perdute unendosi alla rivolta che Spartaco aveva mosso contro la Repubblica, scatenando una guerra civile, e trovando proprio nei Bruzi fieri alleati. Nel 71 a.C., dopo due anni di rivolte, Spartaco venne accerchiato e sconfitto dal console Licinio Crasso nei pressi del fiume Sele, tantissimi erano i Bruzi tra i 5.000 morti in battaglia e i 6.000 crocefissi. La storia tramanda i Bruzi come un antico popolo che ha fatto della sua potenza bellica e della voglia d’indipendenza e libertà la sua grandezza, ma anche la sua rovina. 
L’Associazione Centro storico di Cosenza-Città del tempo libero ha pensato di far preparare una scultura che ricordasse Brettia, la donna guerriera, e che dovrebbe essere collocata nel cuore della città vecchia.