LEGNANO (Milano) - In uno dei comuni simbolo della Carroccio, terra di quell’Alberto da Giussano fondatore della Lega Lombarda che si oppose all’Imperatore Federico Barbarossa e che divenne icona del partito di Umberto Bossi prima, e di Matteo Salvini oggi, vi è stato “uno scarsissimo senso della legalità”. Sono parole della Procura del Tribunale di Busto Arsizio, che giovedì scorso ha azzerato la giunta comunale, arrestando ai domiciliari il sindaco leghista Giambattista Fratus, il vicesindaco e assessore al bilancio di Forza Italia Maurizio Cozzi, finito in carcere e l’assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini, anche lei ai domiciliari.
Gravissime, a carico degli arrestati le accuse della procura: “La cosa più allarmante e disarmante - ha detto la procuratrice in conferenza stampa - è che gli indagati tutti hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è”. I reati contestati dagli inquirenti sono corruzione, turbativa d’asta e corruzione elettorale finalizzate a mettere in atto un sistema di nomine pilotate, da parte del sindaco e del suo vice, a favore di “amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti” attraverso “spregiudicate manipolazioni di procedure”.
Nel registro degli indagati sono state iscritte altre sette persone e il  prefetto di Milano, Renato Saccone, ha sospeso dalla carica il primo cittadino, nominando il viceprefetto Cristiana Cirelli commissario per la provvisoria gestione dell’ente.