PARIGI - La riforma delle pensioni, provvedimento che ha scatenato forti proteste, è stata ufficialmente promulgata in Francia dopo il via libera della Corte costituzionale. Dopo la decisione, il sindacato aveva chiesto “solennemente” al presidente Emmanuel Macron “di non promulgare la legge”. L’appello è rimasto però inascoltato.

L’inquilino dell’Eliseo aveva 15 giorni di tempo per apporre la propria firma al testo che alza da 62 a 64 anni l’età pensionabile. Ha scelto di farlo subito. I sindacati hanno giurato di opporsi e sono scoppiate nuove proteste a livello nazionale. In una seconda sentenza, la Corte ha bocciato il referendum proposto dai partiti di sinistra e si è riservata una decisione il 3 maggio per il secondo referendum contro la riforma. 

La decisione rappresenta una vittoria per Macron, ma secondo gli analisti ha avuto un costo personale notevole per il presidente e ha causato mesi di disagi. Il gradimento personale di Macron è vicino al livello più basso e molti elettori si sono indignati per la sua decisione di far passare la legge sulle pensioni in Parlamento senza un voto. 

Migliaia di manifestanti si sono riuniti fuori dal municipio di Parigi e hanno fischiato la decisione del tribunale. Alcuni hanno poi marciato per il centro della città innescando disordini. Proteste di centinaia di persone sono scoppiate in altre città, tra cui Marsiglia e Tolosa, e a Lione. “La lotta continua e deve prendere forza”, ha twittato il leader del partito di sinistra France Unbowed, Jean-Luc Melenchon. La segretaria generale del sindacato CGT, Sophie Binet, ha chiesto una “ondata popolare e storica” di persone in piazza per opporsi alle riforme il 1 maggio. 

I sondaggi mostrano costantemente che due francesi su tre sono contrari a lavorare altri due anni. Gli oppositori della riforma affermano che penalizza le donne e i lavoratori non qualificati che hanno iniziato presto la loro carriera, oltre a compromettere il diritto a una lunga pensione. Macron ha definito il cambiamento “necessario” per evitare che il deficit pensionistico annuale raggiunga i 13,5 miliardi di euro entro il 2030, secondo i dati del governo.