CANBERRA - Trump ha soprannominato l’evento “Liberation Day” e lo ha fissato per le 16:00 di oggi (ora locale equivalente alle 7:00 AEDT di domani) nel Rose Garden della Casa Bianca, con lo slogan “Make America Wealthy Again”. Tuttavia, i dettagli sulle politiche commerciali restano un mistero.
Si teme che miliardi di dollari di esportazioni australiane, tra cui carne bovina e ovina, prodotti farmaceutici e media, possano essere colpite da eventuali provvedimenti punitivi statunitensi. Le speculazioni indicano che Trump potrebbe abbandonare i cosiddetti “dazi reciproci”, che corrispondono alle tariffe imposte dai partner commerciali, a favore di imposte generalizzate. Secondo il Washington Post, la Casa Bianca sta prendendo in considerazione dazi del 20% sulla maggior parte delle importazioni.
Gli Stati Uniti rappresentano il quarto partner commerciale dell’Australia, con importazioni di beni e servizi per 37,5 miliardi di dollari nel passato anno fiscale. Tuttavia, il volume del commercio con la Cina è notevolmente superiore, raggiungendo i 212,7 miliardi di dollari. Se le nuove tariffe colpissero l’economia cinese, gli effetti si ripercuoterebbero in modo più pesante sull’Australia rispetto ai dazi diretti americani.
Le tariffe sono tasse sulle importazioni che generalmente ricadono sui consumatori, aumentando i prezzi e peggiorando le condizioni economiche. Sebbene possano servire a proteggere le industrie locali o a incrementare le entrate fiscali, raramente riescono a perseguire entrambi gli obiettivi con successo.
Il dibattito sui dazi si apre in un momento critico per l’Australia, quando il primo ministro Anthony Albanese e il leader dell’opposizione Peter Dutton cercano di convincere gli elettori della loro capacità di gestire l’incertezza economica.
Albanese ha rapidamente escluso la possibilità di negoziare tariffe in risposta al nuovo rapporto dell’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, che critica le restrizioni australiane su carne, prodotti agricoli e il codice di negoziazione dei media digitali.
Hamilton ha avvertito che eventuali misure di ritorsione danneggerebbero solo l’Australia. Intanto, l’amministrazione Trump continua a fornire dichiarazioni contraddittorie, lasciando il mondo nell’incertezza su cosa accadrà esattamente con l’annuncio ufficiale dei nuovi dazi.