ROMA - Scoppia un’altra grana per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo la polemica che si è accesa sul busto di Benito Mussolini che il presidente del Senato, Ignazio La Russa, conserverebbe nella propria residenza romana.
Attaccato da più parti, nei giorni scorsi durante un evento pubblico, la seconda carica dello Stato ha sbottato: “Scusatemi se parlo di me - ha detto La Russa -. Sono sempre dipinto come quello che ha i busti del Duce; è vero ce l’ho, me lo ha lasciato mio padre, non capisco perché dovrei buttarlo... Non lo butterò mai - ha quindi dichiarato - così come non butterei il busto di Mao Zedong se mi avessero lasciato un’opera d’arte sua... Scusatemi ancora per questa parentesi personale, che volevo assolutamente esternare...’’.
Parole che hanno subito suscitato ovviamente un vespaio politico e riacceso le polemiche che già avevano colpito La Russa di recente. Tra i primi a replicare al presidente del Senato è stato il leader di Azione, Carlo Calenda: “Perché ha (Mussolini, ndr) collaborato allo sterminio degli ebrei, perché ha fatto uccidere gli oppositori e bastonare lavoratori - ha scritto Calenda riallacciandosi alla domanda sollecitata da La Russa -. E tu non sei cinese. Sei italiano. Patria del delinquente. E presidente del Senato. E se non capisci perché devi buttare il busto di Mussolini non meriti di esserlo”.