ROMA – Ignazio La Russa torna a proporre un “mini indulto” per consentire ai detenuti che stanno per terminare la pena di lasciare il carcere entro Natale. L’idea, nelle intenzioni del presidente del Senato, sarebbe limitata ai casi meno gravi ed escluderebbe i reati contro le forze dell’ordine, ma la reazione dell’esecutivo è stata immediata: il Governo non intende procedere. 

A ribadirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. “Stiamo lavorando perché da qui a due anni si affronti il sovraffollamento carcerario”, ha spiegato, ricordando che “a fronte di circa 53.000 posti disponibili ci sono quasi 64.000 detenuti”. 

La Russa replica definendo il suo “mini-mini-indultino” una battaglia che porta avanti da sempre: “Non lo dico perché me lo chiede un amico come Gianni Alemanno: da avvocato ho sempre sostenuto questa misura”. E chiarisce l’obiettivo: far uscire qualche mese prima “chi comunque lascerebbe il carcere a febbraio”. 

Le parole del presidente del Senato hanno però agitato il centrodestra. Forza Italia è l’unica forza a mostrarsi disponibile: “Accogliamo la sensibilità espressa da La Russa”, afferma Enrico Costa, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, pur precisando che servirà leggere un eventuale testo. Ma al momento, spiegano fonti parlamentari, nessuna bozza è stata predisposta. 

La Lega, invece, si mostra fortemente contraria, nonostante qualche voce isolata favorevole. Anche in Fratelli d’Italia la linea è unanime: “Impossibile. Noi difendiamo la certezza della pena”, spiegano fonti del partito, anche se Gianfranco Rotondi tenta di raccogliere un fronte garantista, senza successo. 

Da via Arenula si ricorda invece il lavoro già in corso per individuare 10.000 detenuti che potrebbero accedere a misure alternative, come annunciato dal ministro Carlo Nordio. Una strada però lunga, che non avrebbe effetti immediati. 

Le opposizioni colgono l’occasione per attaccare. “Da tre anni non fate nulla sul sovraffollamento”, accusa il Pd, che definisce il botta e risposta tra La Russa e Mantovano “l’ennesimo gioco delle parti sulla pelle delle persone”.  

Italia viva e dem si dicono comunque disponibili a discutere la proposta. Più critico Riccardo Magi (+Europa), che chiede a La Russa di indicare “in quale finestra parlamentare intende inserire il provvedimento”, che altrimenti sarebbe “l’ennesima presa in giro per i detenuti”. 

A sorpresa, l’Associazione nazionale magistrati apre uno spiraglio: “Concordo con lo spirito della proposta e spero si possa trovare una convergenza ampia”, afferma il presidente Cesare Parodi.