MOSCA - Anche il British Council è finito nella lista nera del Cremlino. L’istituzione culturale britannica che promuove la conoscenza della lingua inglese è stata infatti bollata da Mosca come “organizzazione indesiderata” e la sua attività è stata così bandita in tutta la Russia. 

In realtà il British Council era stato costretto a lasciare il Paese già nel 2018, ma le autorità russe hanno colpito adesso con un altro duro provvedimento. Lo accusano di partecipare a “operazioni clandestine dei servizi speciali britannici camuffate da assistenza nella risoluzione dei conflitti, promozione di giovani leader politici e valori occidentali non tradizionali”. Nonché di promuovere “il movimento Lgbt”, che il regime di Putin ha bollato come “estremista”, violando palesemente i diritti delle minoranze sessuali e quindi i diritti umani.  

Ma le accuse, assolutamente non verificabili, sono tutte lanciate dalla procura russa sullo sfondo delle tensioni politiche tra Mosca e Londra, ulteriormente inasprite dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. E in un momento in cui il Cremlino sta rafforzando al massimo la repressione del dissenso e i tentativi di controllare la società civile.  

Il regime di Putin in questi anni ha bollato come enti “indesiderati” gruppi di opposizione, organizzazioni per la difesa dei diritti umani, testate giornalistiche e persino enti per la difesa dell’ambiente come Greenpeace e il ramo internazionale del Wwf.  

“Pur posizionandosi come entità indipendente, il Council basa la sua intera attività in coerenza con le priorità del governo britannico, è responsabile di fronte al Parlamento ed è finanziato dal ministero degli Esteri”, afferma la procura russa, che poi accusa l’ente culturale di attuare “progetti volti a screditare costantemente la politica interna ed estera” del Cremlino e di voler “privare la popolazione delle ex repubbliche sovietiche dell’identità russa”.  

Ma non solo: secondo la Reuters, i servizi segreti di Mosca (Fsb) hanno detto di aver “individuato” insegnanti delle università di quattro regioni russe che avrebbero collaborato col British Council. “Sono stati identificati rappresentanti del corpo docente delle principali università russe che hanno collaborato con la parte britannica a scapito della sicurezza della Federazione Russa”, sostiene l’Fsb, secondo cui 15 persone sarebbero state “ufficialmente avvertite” per via della loro presunta collaborazione col British Council.  

Inoltre, oggi l’ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, ha puntato il dito sul presunto coinvolgimento del Regno Unito nella recente operazione rivendicata dall’Ucraina nel territorio della Russia sfociata in un attacco con droni contro diversi bombardieri strategici di Mosca. 

Intervistato da Sky News UK, Kelin ha detto che queste azioni portano “il conflitto a un livello diverso di escalation”, avvertendo che Kiev “non deve cercare di scatenare una Terza Guerra Mondiale” e che comunque la Russia in qualche modo dovrà “rispondere”.