CAGLIARI - La proposta di legge nazionale approvata dalla Prima commissione (Autonomia e ordinamento regionale) del Consiglio regionale della Sardegna punta a introdurre l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali.
La discussione, presieduta dal dem Salvatore Corrias, ha dato il via libera all’unanimità al testo proposto dal collega di partito e capogruppo Roberto Deriu, che contiene due articoli.
Il primo agisce sull’elezione diretta, modificando la legge nazionale vigente (la 56 del 2014) con l’abrogazione della parte dell’articolo 1 (che prevede l’elezione indiretta del presidente dell’ente intermedio e del Consiglio provinciale), rimandando alla disciplina del Testo unico sugli Enti locali.
Il testo reintroduce come organo delle Province anche la Giunta, che nella norma del 2014 era stata sostituita dall’Assemblea dei sindaci.
“Auspichiamo che anche in Aula, il Parlamento e il governo non possano restare indifferenti a una richiesta di democrazia e di restituzione di piena dignità costituzionale alle Province”, afferma Corrias dopo l’approvazione del testo.
Deriu sottolinea che in Parlamento giacciono diverse proposte sia della maggioranza che dell’opposizione in questo senso: “Noi pensiamo che dopo che gli italiani hanno confermato le Province nella Costituzione, i loro organi debbano essere eletti a scrutinio universale”, rimarca il capogruppo.
Un gesto politico quindi, appoggiato da tutti i gruppi, anche nel centrodestra.
In Sardegna, le elezioni indirette per le sei province di Oristano, Nuoro, Nord-Est Gallura, Ogliastra, Sulcis e Medio Campidano – che con le due città metropolitane di Cagliari e Sassari disegnano l’assetto istituzionale dell’isola – dovrebbero essere indette entro il 30 aprile 2025 e svolte nei 60 giorni successivi, come stabilito dalla norma approvata all’inizio della legislatura Todde, che ha prorogato il termine.
“Noi vogliamo elezioni dirette, stiamo studiando, anche in rapporto al governo, che cosa si può fare”, ribadisce Deriu, aggiungendo che si tratta di “una partita aperta per restituire lo scettro al popolo sovrano”.