Indipendente, sicura di sé e originale: è lei la donna ‘habbot’, il target principale dell’iconico marchio di scarpe Made in Italy. Una donna che ama esprimere la propria unicità attraverso ciò che indossa, che non teme l’individualità e che, anzi, la ricerca, rifiutando di omologarsi alle masse e respingendo le tendenze del momento. Le scarpe habbot, infatti, riflettono un’estetica unica e senza tempo, sono vivaci e colorate, pensate per catturare l’attenzione, senza però rinunciare all’eleganza e alla comodità.
Dietro ogni collezione – e dietro il marchio in sé, c’è lei, Annie Abbot, una fashion designer eclettica, dalla matita decisa e fuori dagli schemi, e che in habbot ha riversato tutte le esperienze e le conoscenze accumulate negli anni quando, spostandosi tra l’Europa e l’Australia, ha lavorato per diverse aziende attive nel mercato della moda. “L’idea di lanciare habbot la devo, in parte, alla mia esperienza a Londra, dove ho lavorato per un’importante azienda di moda online. Lì, ho iniziato a sviluppare un apprezzamento per le scarpe di ottima fattura, in particolare quelle provenienti dall’Italia. Amavo la loro estetica colorata, sartoriale e stravagante”, ha spiegato Abbot.
Rientrata in Australia, Annie Abbot ha continuato a lavorare per alcuni marchi che le hanno permesso di “conoscere il processo di produzione dell’abbigliamento, dal design al prodotto finale”. Queste esperienze, unite al bagaglio di competenze e conoscenze lasciato dalla sua famiglia, già da anni impegnata nel settore della vendita al dettaglio, hanno stimolato il suo interesse per la creazione di un proprio marchio di calzature. È così che, nel 2009, spunta “habbot”: “Un nome nato dalla combinazione del mio cognome da nubile, Hawthorne, e di quello di mio marito, Abbott”.
Tutte le scarpe a marchio habbot sono disegnate da Annie Abbot e realizzate in Italia, da una famiglia di artigiani di Sant’Elpidio a Mare, nelle Marche, un’area particolarmente rinomata per eccellere nel settore produttivo delle calzature. L’imprenditrice ha spiegato di aver conosciuto questi artigiani alla MICAM di Milano, il salone internazionale di calzature più importante al mondo. “È il luogo in cui i grandi e i piccoli produttori espongono i loro prodotti per venderli ad altri rivenditori. Ci ero già stata in passato come dipendente di un’altra azienda – ha raccontato Abbot –. Quando ho deciso di avviare questa attività, ho pensato di andare letteralmente in giro a cercare piccoli produttori che fossero disposti a darmi una possibilità, cosa che sapevo sarebbe stata piuttosto difficile, perché significava investire del tempo prezioso per gettarsi in qualcosa di nuovo con qualcuno che non aveva alcun precedente. Io, appunto. Ho iniziato a parlare con tre diversi produttori, ma solo uno ha avuto il coraggio di osare e di avere fiducia in me. Così, a poco a poco, abbiamo costruito habbot insieme”.
Inizialmente, Annie si recava in Italia tre volte all’anno per lavorare a stretto contatto con i calzolai, esaminando di persona i suoi progetti e reperendo insieme i materiali. “Non ho una formazione formale in materia di design; sono una specie di autodidatta. Probabilmente le mie capacità di disegno tecnico non sono quelle che dovrebbero essere, e richiedono un po’ di spiegazioni per essere totalmente comprese. Quindi, facevo i disegni, e poi li portavo con me in Italia; mi sedevo con i produttori e li esaminavamo insieme. Poi andavamo in giro e ci procuravamo le pelli e i componenti giusti, i tacchi, le fibbie, tutte le parti di cui avevamo bisogno”. Durante il Covid, quando non si poteva viaggiare così tanto, tutto il processo produttivo è stato affidato a e-mail e videochiamate: “Ma ai tempi avevamo già imparato a comprenderci, per cui è stato tutto piuttosto fluido”. Oggi, invece, Annie Abbot si reca in Italia una volta all’anno per un’intensa sessione di progettazione di due settimane, durante la quale disegna l’intera collezione per i sei mesi successivi, mentre, per gli altri sei, gestisce il processo di produzione a distanza.
Le scarpe habbot sono facilmente riconoscibili per la qualità premium e l’utilizzo di alcuni materiali che vengono proposti “a prescindere da ciò che va di moda”. Tra questi, ad esempio, un ampio utilizzo del glitter, della pelle metallizzata lucida e la scelta di colori audaci. “Di solito scelgo i colori dalle nuove palette di stagione, ma cerco di non farmi guidare troppo dalle tendenze e dalle mode del momento, perché ci piace realizzare scarpe che le persone possano indossare per molti anni senza sentirsi fuori moda”.
In occasione del suo quindicesimo anniversario, habbot sta promuovendo tante iniziative presso il suo punto vendita (98 Wellington Street, Collingwood), tra cui un’installazione pop-up, ‘Gastronomia’. Attivo fino al 30 novembre, questo angolo propone una selezione curata di prodotti importati direttamente dall’Italia e locali, come ceramiche, candele, articoli per la casa e per il corpo, e alimentari. Sabato 9 novembre, invece, in occasione dei festeggiamenti dell’anniversario, i clienti potranno usufruire di uno sconto del 15% sul prezzo pieno delle scarpe e gustare il gelato di Pidapipò.