BUENOS AIRES –  “Anna come sono tante…”. L’incipit della canzone di Lucio Dalla ben si adatta alla omonima protagonista del film Per amor vostro (2015), di Giuseppe Gaudino, ora disponibile sulla piattaforma Il Globo Tv.

A darle un volto e un corpo è Valeria Golino, vincitrice – grazie a questa interpretazione – delle Coppa Volpi alla Mostra di Venezia.

La “sua” Anna è una donna spenta, costretta fin da piccola al sacrificio e a prendersi responsabilità non sue, bensì degli uomini della sua vita: fratello, marito o amante che siano.

Una donna che vive nelle retrovie: lavora nella produzione di una soap opera televisiva come addetta ai cartelli su cui scrive (in “bella calligrafia”, come veniva insegnato alle bambine una volta) le battute per gli attori. Perennemente fuori dall’inquadratura. Mai protagonista. Mai portatrice di parola sue.

Non che manchi di spirito ribelle. Ma questo è soffocato dal peso del quotidiano: tre figli, di cui uno sordo, che sono la sua ragione di vita, un marito violento che – quando non è disoccupato – fa l’usuraio, l’ex collega che le ha insegnato il mestiere, lasciato a casa dalla produzione per assumere lei e che la aspetta tutti i giorni fuori dal set, ora per recriminare, ora per implorarla di intercedere per una riassunzione.

Anna è cresciuta circondata da strozzini, reali e simbolici, che le fanno pagare a prezzi da usura il suo legittimo bisogno d’amore e tenerezza.

Valeria Golino in una scena del film. 

La sua è una vita in bianco e nero, vissuta a testa bassa e dritta per la sua strada tra casa e lavoro. E in bianco e nero è girata la quotidianità di Anna. Non per scimmiottare il Neorealismo, quanto per creare un contrasto con il suo mondo interiore, fatto di scene girate a colori, in cui dialoga con gli spiriti delle viscere di Napoli. Che viene restituita allo spettatore nel suo essere città materica, catacombale, bradisismica.

Nel cielo di Anna, fuori dalla finestra, si addensano nubi nere che lei sola vede, dense come il fumo del Vesuvio che minaccia sempre di esplodere e soffocare tutto con le sue ceneri, come già fece con Pompei nel 79 d.C. Il tutto per restituire quel senso di intrappolamento e compressione nel quale vive la donna.

A complicare la situazione, la relazione con un attorucolo della soap opera, interpretato da Adriano Giannini, che le fa intravedere una via d’uscita, ma si rivelerà l’ennesimo usuraio dei sentimenti.

Anna si troverà così davanti a un bivio, dove l’unica opzione percorribile, l’unico gesto di riscatto consentito, sarà un salto nel vuoto per liberarsi dagli artigli degli strozzini che le impediscono di volare.