Ci siamo lasciati alle spalle il disagio di restrizioni ripetute e reiterate: l’obbligo della mascherina, l’ordine a lavorare nell’intimità della propria abitazione. Le aziende del Victoria sono pronte a reagire, a cogliere l’opportunità di un ritorno in attività decisamente più certo. E migliaia di infaticabili commercianti sono difatti già persi nel turbinio di un numero sempre più voluminoso di clienti, pendolari e turisti.
Dopo un primo pacchetto da duecento milioni di dollari, rilasciato dal governo statale lo scorso febbraio e destinato a un nuovo cammino di ricostruzione, sembra che l’ultimo budget federale abbia soddisfatto tutte le richieste presentate dalla Camera di Commercio e Industria del Victoria – finanziamenti per le infrastrutture del trasporto merci, turismo, tagli fiscali e riduzione degli oneri normativi per le piccole e medie imprese.
“Dialogando con le oltre 50mila aziende in tutto lo Stato, ascoltando attentamente le loro esigenze, siamo certi che i nuovi provvedimenti possano supportare il potenziamento di una ripresa locale dalla pandemia e prepararci al futuro”, ha dichiarato l’amministratore delegato Paul Guerra, sottolineando come il ‘Business Recovery and Resilience Mentoring Program’ abbia già supportato oltre tremila attività commerciali e proposto circa 12mila sessioni di tutoraggio nel pieno dell’emergenza pandemica.
Nonostante le trascinanti incertezze degli ultimi ventiquattro mesi, c’è però chi ha affrontato la pausa forzata come una sfida: reiventandosi, riscoprendosi.
Marketing manager all’Abruzzo Lab, Mara Rasulo ha deciso di rispondere a una fugace idea commerciale e lo scorso anno, durante i suoi quattro mesi in Italia, mentre l’Australia teneva ancora chiusi i confini internazionali, ha posto le basi per la sua attività ‘The Italian Picnic’.
Lucana di origine, Rasulo è a Melbourne ormai da lungo tempo, una terra che fin dall’inizio le ha offerto numerose opportunità, “tocca solo a te coglierle e avere spirito di iniziativa”.
“Noi italiani siamo celebri per le nostre ‘scampagnate’, le facciamo in grande abbondanza, e allora perché non ideare un picnic all’italiana? – ha raccontato –. La permanenza forzata in Italia mi ha spinta a lavorare al progetto commerciale. Mia zia ha cucito tovaglie, tovaglioli e cuscini in tema, ho raccolto oggetti che rappresentassero al meglio il Belpaese e pensato a due menù differenti che potessero accogliere le esigenze di tutti. Questa nuova attività mi sta dando la spinta giusta per rispondere alle incertezze che oggi accomunano un po’ tutti i business; è una sfida, ma al momento la risposta è più che positiva”.

Un allestimento di The Italian Picnic di Mara Rasulo
Anche Alessandra D’Angelo, arrivata in Australia ben tredici anni fa insieme ai suoi figli, non si è lasciata spaventare dalle difficoltà correnti del settore della ristorazione – aperture a singhiozzi ed estrema mancanza di personale – e ha realizzato un sogno imprenditoriale: il primo ristorante di cucina italiana e vegana al centro di Melbourne, Funghi e Tartufo.
“Ho deciso di chiudere Osteria Italiana, un locale che mi ha permesso di esprimermi al meglio come chef, attraverso i nostri quattro menù – tradizionale, contemporaneo, vegano e gluten free – e ho accolto un monito: tutti dovremmo fare la nostra parte. Sono quindi diventata vegetariana e, insieme a Renato Franciamore, un amico di infanzia che ho straordinariamente incontrato proprio qui a Melbourne, abbiamo dato vita a Funghi e Tartufo – ha raccontato –. Quando fai una scelta così di nicchia, c’è sempre margine di rischio, e invece fino a oggi la risposta è stata eccezionale. La pandemia sembra essere terminata, il momento peggiore è passato – quando abbiamo dovuto improvvisamente chiudere, quando non eravamo capaci di vedere la luce in fondo al tunnel e non sapevamo quanto sarebbe durata –, ma ora c’è positività. Lo vedo dagli sguardi dei miei clienti”.