PRATO - Non si fa interrogare dal giudice, ma gli lascia una memoria scritta. Poi dopo l’udienza diffonde una nota in cui abbozza una prima difesa, negando, in buona sostanza, di essersi fatta corrompere in cambio di un forte sostegno alla sua carriera politica.
Ilaria Bugetti (Pd), sindaca pratese indagata per corruzione, era attesa all’interrogatorio dal Gip Alessandro Moneti che deve decidere sulla richiesta della Procura di Firenze per gli arresti domiciliari. Bugetti si è avvalsa della facoltà di non rispondere e ha affidato a una nota la sua posizione. “Ho ribadito di non aver mai percepito alcuna utilità illecita e di aver operato perseguendo sempre l’interesse pubblico”, ha dichiarato Bugetti. La Sindaca, che nei giorni scorsi ha annunciato le dimissioni, ha riferito di essersi confrontata “puntualmente con tutti gli addebiti che [le] vengono mossi dall’accusa”. “Ciò ho fatto confrontandomi con i miei difensori per rispetto delle istituzioni e con fiducia nel contraddittorio processuale, nonostante il tempo ridotto per preparare la difesa”.
Il giudice Moneti si è riservato la decisione sia sulla richiesta dei Pm per i domiciliari a Bugetti sia per la richiesta di arresto in carcere a carico dell’industriale tessile Riccardo Matteini Bresci, anche lui indagato per corruzione. Matteini Bresci, diversamente da lei, ha risposto alle domande.
La sindaca di Prato si difende: “Mai corrotta”
Iin cambio di un forte sostegno alla sua carriera politica