‘Neighbour Day Australia’ è una celebrazione annuale che incoraggia a entrare in contatto con la comunità, a partire dai propri vicini di casa. È un’iniziativa promossa da Relationships Australia, un’organizzazione no profit che offre terapie di consulenza  e mediazione famigliare, oltre che servizi educativi e comunitari.

Che sia per offrire una tazza di tè, per un picnic nel parco o per una parola di conforto, Neighbour Day rappresenta un’opportunità per dire: “Grazie di essere sempre stato un buon vicino”.

Si celebra ogni anno durante l’ultima domenica di marzo e lo scorso anno sono stati registrati 7000 eventi in tutta Australia, ai quali hanno partecipato quasi 300.000 persone.

Lo scopo principale di Neighbour Day è quello di incentivare i rapporti sociali con i vicini, e soprattutto con le persone più vulnerabili e gli anziani. 

In questi giorni di ansia collettiva dovuta all’emergenza coronavirus, Relationships Australia invita le comunità a seguire le raccomandazioni del governo sulla distanza di sicurezza interpersonale e sulla necessità di evitare raduni comunitari se non strettamente necessari. Allo stesso tempo l’organizzazione ricorda che il bisogno di fare affidamento gli uni sugli altri non è mai stato così forte e che esistono altri modi per continuare a relazionarsi con la comunità, anche evitando il contatto fisico. 

Basta una telefonata, o un bigliettino lasciato davanti alla porta di casa offrendo una qualche cortesia, come fare la spesa o altre commissioni.

È stato proprio un incontro tra vicini a creare la bellissima amicizia nata tra James Cerini e Keith Barnes, nella piccola comunità di Euroa, nel nord-est del Victoria. James si era trasferito da poco con la moglie da Werribee, e Keith bussò alla loro porta per presentarsi. “Keith installava le antenne per le televisioni, quindi era conosciuto e ben voluto da tutti!”, ride James. Non solo, da ben 50 anni è volontario per il Victorian State Emergency Service e subito ha coinvolto anche James. Sì perché James non è uno che sa stare con le mani in mano, neanche da pensionato; una qualità probabilmente ereditata dal padre, che dopo aver prestato servizio nella Royal Air Force ha costruito da solo una casa per la famiglia a Vermont, seguendo le istruzioni di un manuale. 

Suo bisnonno invece era partito da Locarno a cercare fortuna in Australia nella prima metà dell’Ottocento. James ha un dottorato di ricerca in fisiologia della riproduzione e ha insegnato nelle scuole e nelle università, ma è stato anche istruttore di scuola guida. È forse questa sua personalità eclettica a renderlo particolarmente adatto alle situazioni di pronto intervento del VICSES.

“Ci può capitare di dover soccorrere qualcuno rimasto incastrato in macchina e di dover tagliare le lamiere per estrarre un ferito. Ma prestiamo soccorso anche in caso di terremoti o inondazioni. In passato ho fatto parte di spedizioni a Mount Buller e Mount Buffalo, per cercare dispersi”. James avrebbe voluto seguire l’amico anche in un’altra attività di volontariato, come autista e soccorritore di ambulanza, ma gli è stato detto che era troppo anziano, e lui si è sentito discriminato. 

Ma le attività sociali di James Cerini non finiscono qui. Assieme alla moglie, conosciuta in Indonesia, è anche molto coinvolto con la locale Uniting Church, dove conduce regolarmente sermoni. “Il messaggio che cerco sempre di comunicare è di essere gentili verso il prossimo. Tutto il resto è secondario”. 

La piccola comunità di Euroa è composta soprattutto di anziani, e James si chiede chi potrà andare ad assistere coloro che non possono uscire di casa. “Dovrà essere qualcuno in buona salute, non certo altri anziani, e il VICSES non ha abbastanza volontari al momento”.