MADRID – Pedro Sanchez ce l’ha fatta, ma per un soffio. Con due voti di scarto (167 sì contro 165 no e 18 astenuti), il premier socialista ha ottenuto il via libera al primo governo di coalizione nella storia del Paese.
Nasce così l’esecutivo Psoe-Podemos, che metterà fine a un periodo di stallo politico che le due elezioni dell’anno scorso non erano riuscite a sciogliere.
Oltre ai voti di socialisti e a quelli di Podemos, Sanchez si è assicurato l’appoggio di varie formazioni regionali, tra cui i nazionalisti baschi.
Ma la svolta è stata possibile grazie all’astensione dell’Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), la più grande formazione di separatisti catalani, che ha permesso a Sanchez di raggiungere la maggioranza semplice.
“Con il governo di coalizione progressista, la Spagna apre un’epoca volta ad affermare il dialogo e la politica utile”, ha commentato Sanchez su Twitter.
“Il nostro è un governo per tutti, che estende i diritti, ripristina la convivenza e difende la giustizia sociale. Oggi inizia un’epoca di moderazione, progresso e giustizia sociale”, ha aggiunto il primo ministro socialista.
Oltre a essersi impegnati nella difesa dei diritti delle donne e dei migranti, il premier socialista e Pablo Iglesias, leader di Podemos, hanno promesso di aumentare il reddito minimo e di inasprire l’Iva e l’imposta sulle plusvalenze per i più abbienti.
Ma per Sanchez non sarà una passeggiata. I deputati del suo partito hanno tremato fino all’ultimo: se qualcuno si fosse ammalato o avesse votato in modo diverso da quanto dichiarato, la sconfitta sarebbe stata certa. E secondo El Pais non sarà facile mettere d’accordo le idee, spesso divergenti, di Psoe e Podemos.
Il problema è che anche i partiti che non hanno appoggiato la ratifica del governo faranno pesare ogni concessione, a cominciare dai catalani dell’Erc. Entro 15 giorni, infatti, le parti dovranno aprire un dialogo sull’autodeterminazione della regione e l’esito del dibattito rimane incerto.
A questo si aggiunge il fatto che le concessioni di Sanchez ai separatisti hanno creato molto scontento, non solo a destra, ma anche tra i cittadini. La settimana scorsa alcuni manifestanti hanno esposto davanti al Parlamento striscioni con le scritte “Traditore!” e “Sanchez, meriti la galera”.
L’unico punto a favore del leader socialista sta nel fatto che il Paese ha bisogno di un governo stabile e all’orizzonte non pare esserci un’alternativa all’alleanza tra Psoe e Podemos. I popolari sono ben lontani dalla maggioranza e per ottenerla dovrebbero accettare di allearsi con Vox, il partito di ultradestra.