Da giugno a ottobre del 1530 Michelangelo Buonarroti (1475-1564) visse nascosto in una stanzetta di 10 metri per 3, situata sotto le Cappelle Medicee. Lo fece per sfuggire a papa Clemente VII, irato con lui perché aveva collaborato con il governo repubblicano durante il periodo in cui i Medici furono cacciati da Firenze. Ora, per la prima volta, il museo delle Cappelle Medicee aprirà al pubblico la stanza segreta di Michelangelo e renderà visibili i disegni sulle pareti, che, secondo ipotesi, l’artista eseguì con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna. Immagini mai viste, se non da pochi esperti. La stanza era già stata aperta, ma in maniera intermittente e non regolata, alla fine degli anni ‘90. Adesso, per la prima volta, a quasi 50 anni dalla scoperta, sarà accessibile al pubblico in modo regolamentato, benché per piccoli gruppi.

L’iniziativa è sperimentale e dura fino al 30 marzo 2024, quando sarà fatta una valutazione su come proseguire. Le necessità sono di proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti. Nei prossimi mesi verrà condotto anche un monitoraggio con l’Opificio delle Pietre Dure. La stanza venne scoperta nel 1975 quando Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di fare dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo preliminare per cercare uno spazio adeguato alla realizzazione di una nuova uscita del museo. La stanzetta era stata usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi rimase inutilizzata, chiusa e dimenticata per decenni.