ADELAIDE - Da sempre interessato allo sviluppo sostenibile, in Italia dopo la laurea ha fatto un master all’università di Bologna e ha lavorato per la Provincia di Ravenna. 

Nel 2009 la moglie, biologa medica, inizia un dottorato a Sydney: per seguire la moglie e per un soffio, per via dell’età, Davide riesce a fare domanda per il Working Holiday Visa. “A Sydney ho fatto di tutto, dalle piadine all’educatore in una scuola, ma tutto questo non c’entrava con la mia passione e le mie qualifiche”. 

Davide infatti è un Conservation Biologist, uno specialista di ‘natura e sostenibilità’. Dopo varie difficoltà nell’inserirsi nel suo settore, si candida per un progetto a Città del Capo, in Sudafrica, Paese di origine della moglie.

La ricerca di dottorato tratta dell’interazione tra l’attività umana della pesca e le conseguenze sulle popolazioni di uccelli pelagici (i pinguini, i cormorani, le sterne).

 Dopo questa esperienza che Davide definisce “bellissima”, nel 2017, decide, assieme alla moglie Michelle, di tornare in Australia, ma questa volta in South Australia, accedendo al visto 489, quello riservato agli immigrati specializzati. 

Sfortunatamente, a parte un breve contratto, Gaglio è riuscito a lavorare nel suo settore solo qualche mese, come Sustainability Officer, presso il Comune di Onkaparinga ma poi nulla.

Si è così dedicato alla sua seconda passione, la fotografia, venendo in contatto con un’agenzia di agenti di immigrazione che aveva bisogno di un videomaker, per curare la parte di marketing dell’azienda: video interviste, comunicazioni ai clienti, materiale promozionale, manutenzione del sito. 

Davide ritiene di aver avuto questo incarico grazie alla visione illuminata del titolare dell’agenzia che conosce le difficoltà di chi si trasferisce in un nuovo Paese e che non ‘teme’ la concorrenza degli immigrati, ma che ne sa apprezzare le potenzialità. 

Tornando alla sua principale qualifica, cosa fa un Conservation Biologist? “Si occupa di ricerca e cerca di capire come conservare e proteggere l’ambiente e la biodiversità. Preparo pubblicazioni, report, ma mi occupo anche di educazione della popolazione. Sto infatti studiando le conseguenze della guida fuori strada sulle dune di sabbia, sia sulla natura sia sugli animali che vi nidificano”. 

Per Davide Gaglio ciò che è importante che passi della sua storia non è il fatto di non avere un lavoro stabile – non vuole condividere un lamento – ma “la frustrazione di essere una persona capace e che vuole portare beneficio alla società che lo ospita e che ama, che però in qualche modo non glielo permette”.  

Quale la soluzione? “Per quanto riguarda il South Australia penso che il primo passo potrebbe essere rivedere i piani di immigrazione: se apri a professioni per le quali poi non c’è spazio è sbagliato”. 

Ci sarebbe forse anche da lavorare su un paradigma culturale: “La paura del migrante che porta via il lavoro - prosegue Davide -. Al contrario, l’immigrato specializzato porta lavoro, fa muovere l’economia, contribuisce con le sue tasse”. 
Altra criticità: molti ruoli, in particolare quelli più specializzati, richiedono la residenza permanente o la cittadinanza. 

Dove si vede tra cinque anni? “La risposta sincera? - ci chiede e prosegue -. Dove trovo un lavoro che mi dia soddisfazione. La risposta filosofica: non ce l’ho. Quella più pratica? Probabilmente tra il Western Australia e il South Australia”. 

Anche se in South Australia si sta bene, ci tiene  a specificare che infatti con la moglie Michelle ha scelto di trasferirsi proprio qui da Sydney.

E poi chissà, forse è anche un po’ destinato al South Australia, Davide si può definire “tre volte south”: nasce in Sud Europa, in Sicilia, studia e conosce la moglie in Sud-africa e arriva in South Australia. Dal suo sito www.framethesouth.com, emerge tutta la sua passione per la natura e il South Australia.