L’Associazione Nazionale Donne Italo-Australiane e la Società Dante Alighieri di Sydney organizzano per sabato 22 aprile alle ore 14.00, presso il Canada Bay Club, 4 William str. Five Dock, la conferenza Don Lorenzo Milani: l’uomo e il sacerdote dalla parte dei poveri.

Relatore sarà Rocco Perna, ex amministratore delegato della Ferrero Australia, profondo conoscitore ed estimatore di Don Milani e della sua opera.

Nato a Firenze nel 1923 in una colta e ricca famiglia alto-borghese, da madre di origine ebraica, al età di 20 anni Lorenzo si converte al cattolicesimo, entra in seminario e nel 1947 è ordinato sacerdote.

Don Milani muore il 26 giugno 1967 a soli 44 anni, ma lascia un’eredità morale e una corrente di pensiero ancora oggi oggetto di studio da parte di uomini di chiesa, intellettuali, pedagoghi, politici, nel mondo culturale italiano ed europeo.

Nel centenario della sua nascita innumerevoli sono le celebrazioni in Italia, con programmi e dibattiti, in televisione, articoli sui giornali, sulle riviste scolastiche e cattoliche e persino in rappresentazioni teatrali e cinematografiche.

A prova del fatto che la sua dimensione umana, di maestro e di cristiano, il modello di scuola e di istruzione da lui creato a difesa dei suoi poveri parrocchiani e dei loro figli, continuano a essere oggetto di vasto interesse. Purtroppo la gerarchica ecclesiastica non seppe capirlo, lo considerò “scomodo”, al punto da isolarlo. Nel dicembre 1954 lo mandarono parroco a Barbiana, una parrocchia di montagna in Toscana, un luogo sperduto, difficile da raggiungere, senza strada, acqua, elettricità. Esiliarono il suo corpo ma non il suo spirito: da Barbiana la sua straordinaria opera sacerdotale e di maestro ebbe una grande risonanza tra intellettuali e uomini di chiesa.

Rocco Perna, con il supporto di video, segmenti estratti da film e documentari, presenterà il pensiero e la figura di don Milani, delle sue origini, il mistero della sua vocazione sacerdotale, il suo percorso di vita, la sua testimonianza pratica di sacerdote e maestro a totale difesa dei più poveri e per il loro riscatto sociale.

In particolare il cammino interiore che lo ha portato dall’essere “ubbidientissimo”, a  scrivere: “L’ubbidienza non è più una virtù”. Di lui padre Balducci disse: “Ha scelto la via della rottura per far nascere nella coscienza di tutti noi l’amaro germoglio della vergogna”.