PARIGI - La capitale francese ha un odore che muta con le stagioni. D’inverno sa di pioggia sulle pietre e di vento che striscia lungo i vicoli, mentre nei mesi miti l’aria si riempie di note di caffè e libri sfogliati, di risate sommesse e voci che si perdono tra le sue strade.

In questa città, che ha visto secoli di storia incastonarsi nei suoi palazzi, scivolando tra i suoi tetti romantici, esiste un luogo che sembra appartenere a un’altra epoca, uno spazio in cui il tempo rallenta e le parole diventano protagoniste: la Tour de Babel, la libreria italiana di Parigi. 

Fondata nel 1984 da Giustiniano Zuccato, Tour de Babel nasce come rifugio culturale, un punto di riferimento per chiunque cercasse la letteratura italiana lontano dalla penisola. Zuccato, appassionato di fumetti e visionario per vocazione, decise di dare vita a una libreria specializzata, inizialmente dedicata a un pubblico di nicchia.

“Si trova al Marais, un quartiere che all’epoca era un ghetto, ma lui ci aveva visto lungo. Oggi il Marais è diventato uno dei quartieri più ambiti della città”, racconta a Il Globo Sara Tamborrino, attuale direttrice della libreria. 

La sua evoluzione ha visto il passaggio di figure fondamentali, come Fortunato Tramuta, libraio siciliano con un passato a Firenze, che ha portato con sé una solida conoscenza della letteratura italiana contemporanea.

“È stato lui a creare un ponte con gli scrittori contemporanei, invitando qui autori del calibro di Erri De Luca e Antonio Tabucchi”, prosegue Tamborrino. Da allora, la Tour de Babel si è trasformata in un baluardo della lingua e della cultura italiana, un punto di riferimento per scrittori e lettori. 

Oggi, entrando nella libreria, ci si sente immersi in un angolo d’Italia incastonato nella Rive Droite parigina. Gli scaffali si susseguono con eleganza, carichi di narrativa classica e contemporanea, saggi, poesia, letteratura per bambini e manuali di lingua.

I libri disponibili sono principalmente in italiano, ma c’è anche una crescente selezione di traduzioni in francese di autori italiani. Questo perché, come spiegato dalla stessa direttrice, “molti nostri clienti amano l’Italia, ma non parlano l’italiano. Offrire la possibilità di leggere Calvino, Morante o Goliarda Sapienza in francese significa continuare a diffondere la nostra letteratura oltre i confini linguistici”.  

A proposito dei clienti, questi rappresentano un ventaglio variegato: italiani trapiantati in Francia, turisti di passaggio, studenti, appassionati di letteratura, ma anche francesi innamorati della cultura italiana e che vogliono calarsi nel sogno della Dolce Vita. “Alcuni di loro leggono benissimo in italiano ma non osano parlarlo. È curioso, perché spesso hanno una comprensione perfetta, ma la conversazione li intimorisce”, racconta Tamborrino.  

E poi ci sono le nuove generazioni, i giovani che vogliono apprendere la lingua, mossi magari dalla passione per il cinema o la musica italiana. Negli ultimi anni, infatti, la libreria ha registrato un significativo aumento nelle vendite di manuali di lingua italiana.

“Abbiamo notato un incremento considerevole della richiesta di manuali per imparare l’italiano, confermato anche dalle scuole di lingua della città. Spesso si tratta di persone che vogliono studiare l’italiano per lavoro o per passione”, spiega Tamborrino. “La moda, il design, il cinema e la musica italiana hanno avuto un impatto importante: ci è stato detto più volte che artisti come Marco Mengoni ha fatto sognare così tanto il pubblico francese da spingere molti a voler imparare l’italiano. È incredibile quanto gli artisti possano influenzare la cultura e la lingua di un Paese”. 

Uno dei tanti momenti di incontro promossi dalla libreria.

In Francia, il mercato del libro gode ancora di buona salute, protetto da politiche di sostegno statale. “Le librerie qui sono viste come un patrimonio culturale, e lo Stato aiuta a mantenerle vive – afferma Tamborrino –. Forse è per questo che tanti francesi leggono ancora moltissimo e comprano libri. Noi, nel nostro piccolo, continuiamo a dare il nostro contributo per mantenere vivo l’interesse per la letteratura italiana”.  

Un contributo, tuttavia, che non può prescindere dalla capacità di leggere il proprio tempo, comprendere i fenomeni sociali, sempre più spesso influenzati dalle tecnologie della Rete e tutte quelle piattaforme che la caratterizzano.

“Abbiamo capito che dovevamo evolverci", confessa Tamborrino. Così, la libreria si è aperta ai social, ha creato eventi, ha trasformato il proprio spazio in un luogo di incontro e condivisione, introducendo anche un cafè, con tavoli all’interno in inverno e una terrazza in estate, perché la libreria deve essere vissuta, non solo attraversata. 

Il fermento culturale è palpabile, e gli incontri con gli autori sono diventati appuntamenti imprescindibili per chi ama la letteratura. “Recentemente abbiamo ospitato Donatella Di Pietrantonio, e nelle prossime settimane presenteremo il libro di un giovane autore, Antonio Galetta, vincitore del Premio Calvino con il suo Pietà. Ogni evento è un’opportunità per riconnettere le persone con la letteratura, per uscire dalla solitudine della lettura e condividerla”. 

In un’epoca in cui il digitale sembra voler soffocare la carta, qui il libro è ancora sacro, ancora imprescindibile. Luoghi come quello della Tour de Babel devono essere tutelati e sostenuti, perché proteggerle significa proteggere la nostra identità.