L’amore degli australiani di origine italiana per la loro terra e le tradizioni del loro Paese sono fatti che incontriamo ogni giorno. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere il vivo interesse per l’arte e la storia italiana degli australiani senza tale origine. Appassionata di Firenze, Di Hall (nella foto in alto) appartiene a quest’ultima categoria di persone.

Nei giorni scorsi ha scritto una lettera di protesta all’amministrazione comunale di Firenze contro l’approvazione nel centro storico di Firenze UNESCO di un piano urbanistico che darebbe il via libera a una gigantesca trasformazione accanto al rinascimentale Giardino di Boboli, Palazzo Pitti e Fortezza Belvedere.

Il caso è giunto all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale perché l’intervento porterebbe ad una profonda ristrutturazione edilizia e ad un radicale cambio di destinazione d’uso ad un complesso di abitazione ex convento di origine medievale e di elevata qualità architettonica, per decenni sede della Scuola Medica Militare, e situato in una zona cara ai fiorentini e al mondo. Lontano dalla folla, le ripide strade lastricate, i muri in pietra, le facciate intonacate color crema offrono panorami ancorati alla storia e un senso di immutati ritmi quotidiani, una parte della città che va assolutamente preservata.

Per tutti questi motivi, aderendo alla campagna promossa da Idra Firenze, Di chiede all’amministrazione comunale di adottare un provvedimento che sospenda il processo di variazione delle norme urbanistiche e apra un dibattito pubblico che permetta ai cittadini di Firenze e al mondo della cultura di intervenire per contribuire con osservazioni e partecipare alle decisioni che incidono sull’essenza della città storica.

La lettera trova la sua spiegazione nel fatto che per due decenni, Di ha visitato Firenze una o due volte l’anno trovandola un perfetto portagioie con ogni gemma che racconta la sua storia.

Il Rinascimento nasce a Firenze alla fine del XIII secolo e dura 200 anni raggiungendo una bellezza sempre maggiore lungo il suo percorso. Seguì il Barocco, ma fiorì a Roma lasciando Firenze la benefattrice del Rinascimento e sebbene guerre e inondazioni abbiano causato perdite, una parte importante dell’arte di Firenze può ancora essere visitata sia nella posizione originale che nelle gallerie vicine.

Nella sua lettera, Di ricorda che i fiorentini del passato hanno creato la Firenze che da secoli attira visitatori. Per lei, anche se non vive a Firenze, il suo fascino ha acceso un continuo interesse per le storie dietro le sculture di soggetti femminili in diversi luoghi della città. 
Di sfondo storico, biblico o mitologico, le figure sono diventate i suoi maestri di storia e hanno portato alla sua continua ricerca allo scopo di creare un’antologia basata su una selezione di queste sculture. 

A causa del Covid, l’ultima volta che Di è stata a Firenze è stata la fine del 2019. Per il legame con una delle sue donne scolpite, la visita al convento di San Giorgio alla Costa era in cima al suo programma; per caso, finì per abitare a pochi passi da essa.
 

A soli 400 metri da Ponte Vecchio, è rimasta incantata dal luogo e dalla sua atmosfera. Il convento risale al X secolo e la sua cappella un tempo ospitava dipinti di Alessandro Baldovinetti e Giotto (ora trasferiti alle gallerie fiorentine). All’epoca la cappella era in fase di ristrutturazione e ciò che colpì fu l’importanza della cura del patrimonio. 

Una grande bellezza è stata tramandata attraverso i secoli di Firenze e la protezione e il mantenimento di questa, intatta e rispettata, è una continua responsabilità dei fiorentini. delle agenzie governative e del mondo. Il fallimento sarebbe tradimento della fiducia.