L’Alta Corte ha rivelato oggi le motivazioni alla base della storica sentenza dell’8 novembre che finora ha portato al rilascio di oltre 140 detenuti dal centro di detenzione per immigrati irregolari.
All’unanimità i sette giudici hanno ritenuto che la detenzione a tempo indeterminato di un uomo Rohingya arrivato da Myanmar, noto come NZYQ, fosse “al di là del potere legislativo del Parlamento del Commonwealth.”
Nessun paese terzo aveva, e avrebbe, accolto l’uomo, che aveva scontato la pena carceraria per aver violentato una bambina di 10 anni.
L’Alta Corte, nella sua decisione, ha annullato un precedente ventennale stabilito dal caso del 2004 di Ahmed Al-Kateb, un palestinese apolide senza precedenti penali.
Il caso Al-Kateb aveva corroborato la validità giuridica della legge sull’immigrazione che consente la detenzione a tempo indetrminato e aveva riaffermato che tale misura non violava la separazione dei poteri prevista dalla costituzione - una conclusione che l’Alta Corte ha ribaltato con questa sua ultima sentenza.
I legali del’uomo Rohingya hanno sostenuto che la legge sull’immigrazione viola la costituzione, dato che la costituzione attribuisce ai tribunali "la funzione giudiziaria esclusiva di giudicare e punire la colpevolezza penale".
“La Corte ha riaperto e annullato la sentenza costituzionale nel caso Al-Kateb”, hanno detto i giudici in una sintesi del caso pubblicata oggi.
“La Corte ha ritenuto che gli articoli della legge sull’immigrazione, applicati al ricorrente, violavano il paragrafo III della Costituzione perché la detenzione del ricorrente non poteva ragionevolmente essere considerata necessaria per uno scopo legittimo e non punitivo in circostanze in cui non vi era alcuna reale prospettiva che l’allontanamento del querelante dall’Australia diventasse fattibile in un futuro ragionevolmente prevedibile.”
La decisione della corte ha spinto il governo federale a stanziare 255 milioni di dollari per far rispettare le rigide condizioni dei visti precipitosamente accordati agli ex detenuti.
Di tale somma, 88 milioni di dollari andranno alla polizia federale australiana (AFP) affinché le squadre di risposta regionali ed altro personale indaghino sulle violazioni di tali condizioni.
Il gruppo di detenuti rilasciati fino a questo momento ha incluso alcuni criminali accertati.
Sebbene abbiano già scontato pene detentive, la crescente indignazione del pubblico e le preoccupazioni per il pericolo percepito per la comunità hanno spinto il governo ad approvare leggi di emergenza che impongono rigide condizioni per i visti.
Delle persone rilasciate dalla detenzione per immigrati, 133 sono monitorate elettronicamente, quattro sono indagate dalla AFP per non conformità e due casi sono in fase di elaborazione poiché coinvolgono problemi di salute.