PARIGI - I leader di 30 Paesi alleati dell’Ucraina si riuniscono oggi a Parigi per un nuovo vertice della cosiddetta “Coalizione dei volenterosi”, che dovrebbe “definire” le “garanzie di sicurezza” da fornire a Kiev in caso di accordo di pace con la Russia.
Oltre al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, già ricevuto ieri sera all’Eliseo con la promessa di nuovi aiuti militari francesi per due miliardi di euro, Emmanuel Macron accoglierà, tra gli altri, il britannico Keir Starmer, l’italiana Giorgia Meloni, il tedesco Olaf Scholz e il vicepresidente turco Cevdet Yilmaz. È prevista anche la presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte e dei vertici dell’Unione Europea.
Dopo una serie di incontri politici e militari organizzati da metà febbraio, in successione, da Parigi e Londra, è giunto il momento di “trarre conclusioni operative”, ha spiegato alla stampa la presidenza francese.
Il duo franco-britannico è alla guida del processo parallelo di negoziati avviato dagli Stati Uniti di Donald Trump con Kiev da una parte e Mosca dall’altra. Martedì, dopo colloqui in Arabia Saudita mediati da Washington, è stato annunciato un accordo che porterà, a determinate condizioni, a una tregua nel Mar Nero e a una moratoria sugli attacchi contro i siti energetici.
Mercoledì le autorità russe e ucraine si sono accusate a vicenda di voler ostacolare questo accordo iniziale, con Mosca che accusa in particolare Kiev di raid contro siti energetici. E nonostante gli intensi scambi diplomatici delle ultime settimane, oggi l’esercito sudcoreano ha accusato la Corea del Nord di aver schierato 3.000 soldati aggiuntivi, dall’inizio dell’anno, a sostegno dell’invasione russa, oltre agli 11.000 già inviati, e di continuare a fornire armi a Mosca.
Per Emmanuel Macron, continuando ad attaccare l’Ucraina, la Russia “ha dimostrato la sua volontà di guerra” e per questo è “decisamente troppo presto” per prendere in considerazione la revoca delle sanzioni. “La Russia sta prendendo tempo, dobbiamo continuare a esercitare pressione”, ha aggiunto il presidente ucraino. I due leader hanno esortato Mosca ad accettare un cessate il fuoco completo di 30 giorni “senza precondizioni”.
La maggior parte dei Paesi della Ue e della Nato, emarginati dai colloqui avviati da Donald Trump, vogliono andare avanti sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. In “prima linea”, ciò deve comportare l’aiuto allo stesso esercito ucraino, spiega l’Eliseo. In “seconda linea”, la più discussa, una “forza di rassicurazione”, composta da Paesi europei volontari, che verrebbe dispiegata sul suolo ucraino solo nel quadro di un accordo di pace.
Infine, nella “terza linea”, il sostegno che gli americani sarebbero disposti a garantire agli europei, necessario affinché molti Paesi compiano il passo e su cui Donald Trump non si è ancora impegnato formalmente. La parte francese insiste sul fatto che “la migliore garanzia di sicurezza” per l’Ucraina è l’esercito ucraino stesso, che deve quindi essere ulteriormente rafforzato.