Melbourne 1972: a soli cinque anni, durante uno sposalizio italiano, Filippina Arena (o Pina per la famiglia) canta per la prima volta in pubblico.

Una voce che cattura subito l’attenzione di amici e familiari e senza rendersene conto, ebbe inizio il suo destino.

Alcuni anni dopo, partecipa al suo primo concorso canoro televisivo per bambini Young Talent Time come Tina Arena: il suo era un dono innegabile e venne presto riconosciuto e amato a tal punto che ha oggi raggiunto più di 10 milione di copie vendute in tutto il mondo, vinto sette ARIA Music Awards e il suo album Don’t Ask, rilasciato nel 1994, resta uno dei più venduti in Australia.

Tina ha condiviso il palco con artisti di fama mondiale tra cui Lionel Richie, Andrea Bocelli, Antonio Banderas, Marc Anthony e Elaine Paige, ed è stata introdotta ufficialmente nell’ARIA Hall of Fame nel 2015.

Un anno più tardi, è stata nominata Member of the Order of Australia (AM) per il suo contributo nel settore della musica come cantante, cantautrice e sostenitrice di organizzazioni benefiche.

Oggi, dopo quarant’anni, Arena continua a contribuire al panorama musicale nazionale, ispirando e incoraggiando nuove generazioni di artisti.

Sono pochi gli artisti che sono riusciti a guadagnarsi questo tipo di longevità nel settore e continuano sull’onda del successo globale come lei, seppure, come afferma, non si sarebbe mai aspettata una vita del genere:

“Se qualcuno mi avesse detto cosa sarebbe stata la mia vita, mi sarei fatta una grossa risata. Evidentemente era il mio destino, ed è stato lui a scegliermi”, ha raccontato al giornale.

Tina spiega che si è sempre sentita in ‘debito’ con Johnny Young, il cantautore e conduttore di Young Talent Time per aver creduto in lei quando era appena una bambina: “Gli sarò per sempre grata per aver avuto quell’occasione. Mi ritengo anche molto fortunata per aver avuto dei genitori che mi hanno sempre sostenuta, sin dall’inizio”. 

Il suo successo è inoltre caratterizzato dalla sua forte etica lavorativa, ereditata dai genitori italiani, immigrati in Australia dal paesino siciliano di Valguarnera Caropepe (Enna) subito dopo la Seconda guerra mondiale.

Suo padre Giuseppe arrivò nel 1955 a bordo della nave ‘La Fiamma’ che approdò a Cairns, dove, come molti altri italiani all’epoca, iniziò a lavorare nelle piantagioni di canne da zucchero. La madre Francesca partì due anni più tardi per arrivare a Port Melbourne nel 1957.

La coppia si stabilì nel quartiere di Carlton, ed ebbe tre figlie che crebbero nei quartieri a nord-ovest della città, tra cui North Melbourne e Moonee Ponds:

“La cultura italiana è tutto per la mia famiglia, ancora oggi molto presente, a partire dall’utilizzo della lingua, seppure sopravvale una certa timidezza  quando lo parlo, ma basta poco tempo per sciogliermi e sentirmi a mio agio”.

In questi anni di carriera, l’artista ha viaggiato per il mondo e vissuto in Francia per quasi vent’anni, per poi tornare a Melbourne nel 2012 insieme al suo compagno Vincent Mancini e al loro figlio Gabriel.

“Mi sono totalmente immersa nella cultura francese che è diventata parte di me; ma per questo alle volte mi chiedo qual è il mio posto, anche se credo sia un grande privilegio sentirsi cittadini del mondo e un dono che vogliamo fare a nostro figlio, oggi 15enne e già consapevole dell’importanza di appartenere a più culture”.

Al di là della confusione sulla sua appartenenza a una identità, Tina si sente a casa quando è in Italia: alcuni anni fa, insieme alla sua famiglia, ha viaggiato per due mesi in Penisola, trascorrendo del tempo a Valguarnera – “Un’esperienza fondamentale che mi ha aiutata a capire chi sono” –, una connessione che, anche a Melbourne, Tina Arena continua a mantenere.

La sua musica è stata la colonna sonora di generazioni di australiani e non, e alla domanda su una canzone a cui è particolarmente legata, l’artista dice di preferire in quadro generale a un unico pezzo:

“Posso solo dire che sono orgogliosa di un lavoro che continua a essere apprezzato non solo da un pubblico di lingua inglese. Questo significa che sono le emozioni a parlare e non c’è lingua né barriera che possa fermarle”.

La sua opera verrà celebrata l’anno prossimo, con un tour nazionale (i cui biglietti sono in vendita da oggi) che avrà inizio a maggio: la prima tappa di Enchanté: The Songs of Tina Arena sarà a Brisbane, per poi proseguire a Sydney, Gold Coast, Melbourne, Adelaide, Perth, Wollongong e Canberra. 

“Sono felice che stiamo finalmente andando avanti, dopo mesi di dolore. Il settore dell’arte è stato il primo a subire le conseguenze della crisi causata dal COVID-19 e sarà l’ultimo a riprendersi. Attendo con ansia il giorno in cui capiremo che l’arte è la migliore medicina, ci tiene uniti, ci aiuta a evadere quando ne abbiamo bisogno, ci fa provare emozioni. Solo per questo, meriterebbe di essere sostenuta e messa sotto i riflettori”.

Tina Arena attende con ansia anche il momento in cui si potrà tornare a viaggiare, per trascorrere del tempo in Italia, quando le restrizioni a causa del COVID-19 verranno allentate, ma per ora è felice di tornare a esibirsi per il pubblico australiano, che l’ha sempre sostenuta.