Australia e Stati Uniti, e i loro alleati tra i quali Nuova Zelanda e Giappone, hanno sempre temuto che la Cina coltivi un piano di costruzione di una base navale nella regione da quando, lo scorso anno, le Solomon Islands firmarono con essa un patto di sicurezza.
“Questo appalto rimodernerà il vecchio porto internazionale di Honiara oltre a due moli domestici nelle province esterne”, ha dichiarato Mike Qaqara, un funzionario del ministero locale per lo Sviluppo delle infrastrutture.
La China Civil Engineering Construction Company (CCECC) si è aggiudicata la gara d’appalto essendo stata l’unica compagnia ad aver presentato un’offerta, ha reso noto Qaqara.
Con l’intento di minimizzare le preoccupazioni dei governi occidentali, Qaqara ha detto alla agenzia Reuters che non ci sarebbe stata “alcuna espansione” del progetto. Le Solomon Islands e la Cina hanno sempre negato che il loro patto di sicurezza avrebbe consentito la realizzazione di una base navale, che verrebbe a trovarsi a 1700 km dalla costa del Queensland.
Al primo ministro di Samoa, Fiamē Naomi Mata’afa, in visita in Australia, è stato chiesto dai cronisti un parere sull’aggiudicazione dell’appalto portuale alla compagnia statale cinese.
“Questo è un porto commerciale, anche se penso che siano fondati i timori che possa trasformarsi in qualcos’altro, che possa esistere un doppio scopo. Anche altre nazioni del Pacifico ospitano stazioni militari o navali”, ha anche aggiunto Mata’afa, riferendosi alle basi statunitensi nella regione.
Ieri Mata’afa ha incontrato il primo ministro Anthony Albanese per firmare un accordo di cooperazione tra i due Paesi.
Il Dipartimento australiano per gli Affari esteri e il commercio ha dichiarato di star tenendo sotto osservazione gli sviluppi della presenza cinese nelle Solomon Islands.
“Il governo australiano controlla da vicino gli sviluppi che potrebbero avere un impatto sul nostro interesse nazionale”, ha detto un portavoce del Dipartimento.