“Il Carnevale è lo specchio che riflette le mille facce dell’umanità”, scriveva Carlo Goldoni, cogliendo con acuta ironia l’essenza di questa festa eclettica e senza tempo. Un evento che attraversa secoli, culture e contraddizioni, mescolando gioia sfrenata e profondi significati simbolici. Proprio il Carnevale è stato il tema centrale dell’ultimo appuntamento di ‘Poetry and Pasta’, il ciclo culturale organizzato dalla Società Dante Alighieri di Melbourne, tenutosi il 27 marzo presso il ristorante University Cafe di Lygon Street.
Per l’occasione la sala superiore del locale si è trasformata in un vivace angolo d’Italia, adornata da festoni colorati, maschere e coriandoli, accogliendo con calore più di quaranta partecipanti. Ad aprire l’evento, il vicepresidente della Società, Paolo Baracchi, che ha dato il benvenuto ai presenti e ringraziato i collaboratori per il loro contributo. A seguire, il presidente Dominic Barbaro ha preso la parola sottolineando l’importanza di momenti di condivisione culturale come questo: “Il Carnevale è un periodo magico, speciale. In Italia si dice: ‘A Carnevale ogni scherzo vale’. è un tempo in cui tutto diventa possibile, in cui possiamo ridere e sorprenderci”.
A introdurre il cuore storico e simbolico della serata è stata la scrittrice Gabriella Gomersall Hubbard, artista, giornalista ed editor di Dante Oggi, che ha avviato il suo intervento con il proverbio latino Semel in anno licet insanire (Una volta all’anno è permesso comportarsi da pazzi), incarnando lo spirito carnevalesco. La sua narrazione ha ripercorso le origini di questa festa, dalla Grecia antica con i culti dionisiaci fino ai Saturnali romani, in cui ordine e ruoli sociali si capovolgevano in un’atmosfera di sfrenata euforia, in occasione dell’arrivo della primavera.
“A Carnevale, il mondo si rovescia, tutto è permesso. Il riso e il gioco diventano il linguaggio comune, le maschere ci consentono di esprimere ciò che il resto dell’anno non ci è concesso”, ha proseguito Gomersall Hubbard. Con l’avvento del cristianesimo, il Carnevale si è inserito nel calendario religioso come momento di libertà prima della Quaresima: il nome stesso potrebbe derivare infatti da carnem levare (‘togliere la carne’), un riferimento al digiuno penitenziale, oppure da ‘carne vale’ (‘addio alla carne’), simboleggiando la rinuncia ai piaceri terreni prima del periodo di austerità. Tra una tranche e l’altra della sua narrazione, i presenti hanno potuto gustare dell’ottima pasta, servita in un’atmosfera conviviale che ha reso l’incontro ancora più speciale. Tra le sfumature più suggestive del Carnevale italiano, Gabriella ha raccontato la particolarità del Carnevale sardo della Barbagia, in cui i Mamuthones, con le loro maschere di legno scuro e i pesanti campanacci, sfilano come un antico rituale agrario, in contrasto con la raffinatezza del Carnevale veneziano, celebre per le sue maschere come la Bauta e il Medico della Peste.
Il professor John Hajek, docente di linguistica e di studi italiani all’Università di Melbourne, ha poi letto con grande enfasi Il trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici, coinvolgendo il pubblico nel celebre ritornello “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”.
Durante la serata, anche un omaggio alla Commedia dell’Arte, una forma teatrale che trae origine dal Carnevale stesso, con i suoi personaggi iconici: Arlecchino, Pulcinella, Brighella. La lettura di un estratto preso da La stagione del Carnevale di Carlo Goldoni ha fatto rivivere al pubblico il fascino di un’arte che, da Venezia a Parigi, ha influenzato opere straordinarie di autori come Molière e Shakespeare. L’evento ha visto anche la partecipazione di giovani talenti, come Olivia Bula, vincitrice di numerosi concorsi di poesia della Dante Alighieri, che ha raccontato la sua esperienza nel declamare Dante e Neruda: “Amo la lingua italiana, l’ho studiata fin da piccola e ogni parola di Dante è un viaggio incredibile”, ha raccontato emozionata. A chiusura della serata, tra gli applausi dei presenti, sono state lette altre opere, fra le quali un passo de Il Conte di Montecristo dove Alexandre Dumas descrive il Carnevale di Roma, con un’interpretazione coinvolgente di Teresa Castelvetere. A conclusione della lettura, Gomersall Hubbard ha quindi invitato i presenti a chiudere gli occhi e immaginarsi nella Roma dell’Ottocento, immersi tra le strade affollate di maschere, carri allegorici e feste popolari, ricreando con le sue parole un’atmosfera vivace e coinvolgente.
La scrittrice romana ha poi letto La Maschera di Trilussa, regalando al pubblico un momento di riflessione sul contrasto tra l’illusione carnevalesca e la realtà della vita quotidiana.
Siu Chan, membro attivo dell’associazione, ha concluso l’incontro con un appello alla comunità: “Quante occasioni abbiamo di gustare ottimo cibo, stare in compagnia e ascoltare meravigliose poesie? Partecipare a questi eventi significa tenere viva la cultura italiana qui a Melbourne”.
Con un calice di vino e un brindisi alla bellezza della lingua italiana e delle tradizioni del Belpaese, il Carnevale della Dante Alighieri si è chiuso lasciando nei presenti la gioia e la magia di una serata all’insegna dell’arte e della storia. Nella vivacità e libertà tipiche del Carnevale, ogni parola e ogni gesto sono diventati un omaggio alle radici e alla bellezza di una tradizione che continua a vivere nel linguaggio poetico. Il tutto accompagnato dal profumo dei deliziosi crostoli preparati con cura da Gabriella e Teresa.