All’interno dell’ampia storia architettonica di Roma, il periodo fascista è, probabilmente, quello meno compreso, ma anche quello che più è riuscito a definire la visione dei suoi spazi urbani, continuando – ancora oggi – a plasmare la Città Eterna contemporanea. In che modo? A rispondere a questa e a tante altre domande è After the Fall - The Enduring Traces of Fascism in Contemporary Rome, il nuovo libro della professoressa Flavia Marcello, docente di Storia dell’Architettura alla Swinburne University e attuale presidente della Society of Architectural Historians of Australia and New Zeland, nonché esperta mondiale di arte, architettura e design del periodo fascista e del dopoguerra italiano.
“Ho insegnato inglese a Roma per molti anni all’Eur; ogni giorno passavo davanti al Palazzo della Civiltà Italiana chiedendomi per quale motivo quell’edificio fosse ancora lì, nonostante il fascismo fosse una piaga ormai da tempo superata – ha spiegato la professoressa Marcello -. Quel tema mi ha incuriosito così tanto da avermi spinta a proseguire i miei studi con un dottorato. La mia idea era quella di portare il tema dell’impatto dell’architettura fascista sullo spazio urbano contemporaneo all’interno della mia tesi, ma la mia relatrice mi scoraggiò. Venti anni dopo, anni che ho trascorso studiando e facendo ricerche approfondite, ho provato a rispondere a quella domanda che mi ero posta da ragazza in questo mio libro”.
After the Fall - the Enduring Traces of Fascism in Contemporary Rome esplora come le tracce del fascismo siano ancora visibili nell’architettura e nella forma urbana di Roma. Dai suoi edifici monumentali ai nomi delle strade e ai graffiti, il libro rivela come il lascito del fascismo abbia plasmato e continui a plasmare il paesaggio urbano della capitale italiana. Marcello analizza come il regime fascista abbia cercato di rimodellare Roma secondo la propria visione storica, con un’architettura che riuscisse in qualche modo a rievocare la grandezza dell’Impero Romano.
“Quella fascista è un’architettura razionale, che non presenta molte decorazioni come quella barocca, ad esempio. È più scevra, simmetrica e monumentale, un’interpretazione moderna dell’architettura romana”, ha spiegato la professoressa. All’interno del suo libro, Marcello esplora il tema del ruolo dell’architettura come strumento di propaganda fascista, parlando dettagliatamente del come edifici come il Palazzo della Civiltà Italiana, noto come il “Colosseo Quadrato”, e il complesso del Foro Italico siano stati progettati per incarnare i valori del regime - potenza, modernità e continuità con il glorioso passato romano – e non solo. “Quello che si tentava di fare era capire quali fossero i diversi gruppi sociali e conferire una struttura a ciascuno di essi, così da plasmare la memoria. Venivano create diverse tipologie di edifici, come la ‘casa del fascio’, la ‘casa balilla’, la ‘casa dei dopolavoro’, la ‘casa dei mutilati’ e così via. In questo senso, l’architettura non solo diventa il contenitore delle attività di ciascun gruppo, ma anche l’oggetto che le rappresenta”.
Flavia Marcello esplora anche come, dopo la caduta del fascismo, molte delle strutture create durante quel periodo siano rimaste parte integrante del tessuto urbano di Roma. Il libro analizza, dunque, come questi edifici e spazi siano stati riadattati e reinterpretati nel contesto della Roma contemporanea, e come essi rappresentino un ricordo costante del passato controverso della città. “In un certo senso, potremmo dire che nella Roma contemporanea, quelle opere frutto dell’architettura fascista vengono mantenute nella forma ma vengono private del loro significato originale, riadattate in modo tale da riflettere l’ideologia politica del momento. Nell’Italia post-bellica, questi edifici dovevano riflettere l’idea di un Paese democratico, libero, pacifico, ma comunque molto cattolico”.
Un altro tema importante è il simbolismo dietro i nomi delle strade e i graffiti che decorano la città. Marcello sottolinea come questi elementi siano indicatori tangibili di memoria storica e di come la società contemporanea scelga di ricordare o dimenticare certi aspetti del proprio passato, offrendo anche una prospettiva preziosa su come affrontare il dibattito sui monumenti pubblici. In tutto il mondo, infatti, le società stanno rivalutando la presenza di monumenti controversi nei loro paesaggi urbani, discutendo se questi debbano essere preservati, modificati o rimossi. La professoressa Flavia Marcello utilizza Roma come caso di studio per esaminare come queste decisioni possano influenzare la memoria collettiva e la percezione storica.
After the Fall - The Enduring Traces of Fascism in Contemporary Rome verrà presentato il prossimo 30 maggio all’Istituto Italiano di Cultura di Sydney, mentre è attualmente in fase di organizzazione l’evento di presentazione del libro, che si terrà qui a Melbourne, al Museo Italiano di Carlton, nelle prossime settimane.