BUENOS AIRES – Il turismo in Argentina ha registrato un risultato preoccupante nella prima metà dell’anno: il Paese ha segnato un deficit di 2.329 milioni di dollari nella bilancia turistica.
Il dato emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale di statistica e censimenti (Indec) e mostra che, per ogni dollaro portato dai visitatori stranieri, più del doppio è uscito per viaggi di argentini all’estero.
Più turismo all’estero, meno visitatori in arrivo
Tra gennaio e giugno 2025, gli argentini hanno speso all’estero 3.847,9 milioni di dollari, mentre i turisti internazionali arrivati nel Paese hanno lasciato appena 1.518,5 milioni di dollari.
Questa differenza segna il maggior squilibrio degli ultimi anni, dovuto a un nuovo scenario macroeconomico: la combinazione di un peso argentino più forte, la flessibilizzazione del controllo sui cambi (cepo cambiario) e un dollaro ufficiale basso, che rende l’Argentina più cara in dollari e i viaggi all’estero più convenienti.

Il fenomeno è inoltre spiegato da un calo costante del turismo in entrata. Secondo l’Indec, a giugno sono entrati nel paese 318.800 turisti non residenti, con un calo del 4,3% rispetto all’anno precedente. Nel frattempo, 643.800 argentini hanno viaggiato all’estero nello stesso mese, con un aumento del 28,6% rispetto all’anno precedente.
Ezeiza e Aeroparque: l’epicentro del deficit
Solo dagli aeroporti di Ezeiza e Aeroparque, il Paese ha perso 1.721,5 milioni di dollari. Attraverso questi scali sono entrati 1.096.000 turisti internazionali, che hanno lasciato 1.312,8 milioni di dollari, mentre sono usciti 2.177.400 argentini, che hanno speso all’estero 3.034,4 milioni di dollari.
A Córdoba lo squilibrio è stato ancora più marcato in termini proporzionali: sono entrati 32.400 turisti stranieri (24 milioni di dollari) e sono usciti 179.800 residenti (241,8 milioni di dollari), con una differenza negativa del 454,9%.
A Mendoza la differenza è stata la più contenuta, ma comunque negativa: il saldo è stato di 46 milioni di dollari, con 74.200 turisti stranieri che hanno speso 89,5 milioni di dollari e 95.400 argentini che hanno speso 135,6 milioni di dollari all’estero.
Per via terrestre e marittima, uno scenari simile
Il passo Cristo Redentor, che collega Mendoza al Cile, ha registrato un forte deficit: sono entrati 74.800 visitatori stranieri, mentre sono usciti 600.600 argentini, con una differenza abissale del 703%. I turisti in entrata hanno speso 35,6 milioni di dollari, mentre chi ha attraversato la cordigliera ha lasciato 261,3 milioni di dollari nel Paese vicino.
Anche il porto di Buenos Aires ha mostrato numeri simili: 116.100 turisti stranieri contro 226.200 argentini in uscita, con una perdita netta di 118 milioni di dollari.
Perché viaggiare in Argentina è più costoso?
Uno dei fattori principali dietro questa tendenza è il “ritardo cambiario”: il peso si è rafforzato rispetto al dollaro, rendendo l’Argentina una meta meno economica per i visitatori stranieri. Secondo i dati dell’Encuesta de rurismo internacional (Eti), la spesa media giornaliera dei turisti che visitano il Paese è di circa 91,8 dollari, mentre un argentino che viaggia all’estero spende 99,6 dollari al giorno.
Inoltre, alcune destinazioni latinoamericane — come Brasile o Uruguay — risultano più accessibili dal punto di vista fiscale. In alcuni casi, la differenza di imposte raggiunge il 58%, spingendo gli argentini a scegliere l’estero come meta per le vacanze, anche in alta stagione.
Poche presenze durante la vacanze invernali
La scarsa affluenza turistica si è notata anche durante le vacanze invernali, periodo tradizionale di pausa scolastica in Argentina. Città emblematiche come Mar del Plata hanno mostrato livelli preoccupanti di occupazione alberghiera: appena il 30% durante la settimana e un massimo del 45% nel fine settimana, con molti hotel che nemmeno hanno aperto. La bassa domanda, unita a prezzi stagnanti da novembre 2024, riflette un consumo turistico depresso anche a livello interno.