ROMA – Alle 7.35am del Lunedì dell’Angelo in Italia, papa Francesco ha lasciato questo mondo.
È morto di ictus cerebrale, seguito dal coma e da un collasso cardiocircolatorio irreversibile. La notizia è piombata improvvisa sul mondo alle 9.53 del mattino ed è stata certificata in serata ufficialmente dai medici della direzione sanitaria del Vaticano, ricordando tutti i malanni attraversati dal Pontefice, a partire dalla sua difficoltà respiratoria, ma anche l’ipertensione e il diabete.
Dopo ben 38 giorni di ricovero al Gemelli, trascorsi sul filo di lana, è morto a casa, a Santa Marta. Il suo testamento era pronto dal 29 giugno del 2022 e già allora Francesco scriveva che voleva dare indicazioni sulla sua sepoltura perché sentiva “l’avvicinarsi del tramonto della [sua] vita terrena”.
La tomba, come lui stesso aveva preannunciato, sarà nella basilica di Santa Maria Maggiore, “nella terra, semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”. Nel testamento, il Papa lascia un ultimo messaggio per la pace, dopo le centinaia di appelli lanciati nel corso di questi dodici anni di pontificato: “La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.
L’ultimo saluto al mondo lo aveva fatto Domenica di Pasqua, in una giornata di sole che aveva baciato la Pasqua a Roma. Un bagno di folla che oggi suona come l’ultimo congedo dalla sua gente.
A dare l’annuncio della sua morte, che è giunto come un fulmine a ciel sereno, è stato, in mattinata con un video, il cardinale Kevin Farrell. Accanto a lui il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il sostituto monsignore Edgar Peña Parra e il maestro delle cerimonie, monsignore Diego Ravelli – tutti i suoi più stretti collaboratori.
Il Papa è scomparso nel suo appartamento a Casa Santa Marta e la salma è stata traslata nella Cappella della stessa Domus per il rito della constatazione della morte e per la deposizione nella bara. La salma di Francesco è stata poi traslata nella basilica di San Pietro per l’omaggio dei fedeli. Per la prima volta nella storia vaticana, i sigilli sono stati apposti a due appartamenti: quello a Casa Santa Marta e quello al terzo piano dell’austero Palazzo apostolico.
I fedeli hanno intanto pregato per lui: un rosario a Piazza San Pietro con il cardinale Mauro Gambetti. “Ricordatevi di pregare per me”, il Papa infatti chiudeva così ogni sua udienza, pubblica o privata. E adesso tutto il mondo prega davvero per questo Pontefice che in dodici anni ha rivoluzionato il mondo scegliendo di stare sempre dalla parte degli ultimi.