Le prime testimonianze scritte della parola ‘pizza’ risalgono al latino volgare della città di Gaeta nel 997, la città in provincia di Latina, che si trova a metà strada tra Napoli e Roma. Due città che si vedono accomunate infatti da essa, la pizza, seppur con due scuole di pensiero completamente diverse, ovvero la pizza napoletana, la prima e la più popolare in tutto il mondo, e quella romana, denominata anche ‘pinsa’, che sta acquisendo popolarità in Italia, ma anche in Australia.
E proprio a Melbourne, presso il Reggio Calabria Club a Parkville, l’eccellenza campana in Italia e nel mondo, il maestro Luciano Sorbillo, ha tenuto una Masterclass sull’arte della pizza, in particolare sulle sue due tipologie, la ‘napoletana’ e la ‘romana’. L’evento, tenutosi martedì dalle 10.30am alle 3pm, è stato promosso dalla Regione Campania e sponsorizzato dalla casa produttrice di farine Molino Signetti, rappresentata dal proprietario Roberto Signetti, e dalla Food Art Distribution, con Massimiliano Minutoli e Riccardo Siligato. Ad aprire l’incontro, Roberto Signetti, che ha presentato le varie linee di farine prodotte dalla compagnia e sottolineando l’importanza di esportare la cultura italiana, come citato anche sui loro siti social: “Internazionalizzare significa innanzitutto estendere le proprie radici. Deputare a nuova casa un luogo e generare un senso di comunità presidiata da nuove figure capaci di fare rete per consentire di mantenere viva la fiamma della tradizione in un contesto di contemporanea creatività”.
I fautori della Masterclass offerta ai tanti professionisti del settore ristorativo, e non solo. Da sinistra: Massimiliano Minutoli e Riccardo Siligato a rappresentanza della Food Art Distribution, il maestro Luciano Sorbillo, Roberto Signetti, proprietario dell’azienda Molino Signetti, e il presidente della Camera di Commercio Adrian LoGiudice.
Nell’accogliente sala del Reggio Calabria Club, tra i tanti presenti, molti dei quali pizzaioli ed esperti culinari, ha poi preso la parola il maestro Sorbillo, in un viaggio tra storia personale, esperienze di vita, tecniche di preparazione, stesura e cottura dell’impasto, vere e proprie sperimentazioni chimiche, e tanti miti sfatati di un cibo che attira anche tanti personaggi ‘acchiappa-like’ che, alla ricerca della fama social, inventano falsi miti o spiegazioni pseudo-scientifiche, tecniche discutibili e segreti ‘di Pulcinella’ sulla pizza. Ovviamente la giornata si è coronata con una dimostrazione multi-sensoriale della stesura e degustazione delle varie pizze, preparate da Luciano Sorbillo con l’aiuto di un pizzaiolo residente a Melbourne.
Per l’occasione, il Maestro si è anche intrattenuto per una intervista presso i nostri studi con Riccardo Schirru, in una digressione, quasi viaggio, attraverso i tanti ricordi di una vita donata all’arte culinaria. Nipote di Luigi Sorbillo, il capostipite di una famiglia numerosissima, che fondò la storica pizzeria di famiglia a Napoli, nel 1935, Luciano inizia a lavorare nella pizzeria Sorbillo a soli otto anni e ora si trova a promuovere la cultura campana anche in Australia.
“I miei nonni hanno avuto 21 figli in 28 anni, tutti poi divenuti pizzaioli, con noi nipoti, durante gli studi, comunque obbligati a ‘imparare l’arte e metterla da parte’. Ho iniziato a otto anni, ma solo dopo cinque anni ho steso le prime pizze”. Una famiglia quindi che è sempre stata parte attiva della cultura napoletana, con il nonno Sorbillo famoso per essere il pizzaiolo preferito dell’indimenticabile Totò, al secolo Antonio De Curtis, e Luciano che invece divenne il prescelto di Diego Armando Maradona: “Totò veniva a trovare mio nonno per mangiare la pizza insieme, però seduti sul bordo del marciapiede. Anche il famoso incontro con lo storico presidente della Juventus, l’avvocato allora giovane, Giovanni Agnelli, nel ‘59 in occasione dell’inaugurazione dello Stadio San Paolo, durante un Napoli-Juve che vide i bianconeri perdere. E proprio allora, mio nonno inventò la Margherita con il cornicione ripieno di ricotta, donata al giovane avvocato per consolarlo della sconfitta”, ci racconta, per poi tuffarsi in alcuni ricordi con il campione di calcio argentino: “Diego Maradona mi considerava un vero amico perché non sfruttavo la sua conoscenza e amicizia a fini commerciali. Immaginate che, quando mi faceva sapere di voler venire al ristorante, affiggevo un cartellone fuori all’entrata, ‘chiuso per lavori’, così da mangiare con lui e in segretezza”.
E sull’Australia, ci dice: “Ho trovato qui una terra tanto giovane, dove c’è tanto da imparare e raccontare le varie tecniche, senza segreti. Non esistono segreti nella pizza, e siamo qui a tramandarne le conoscenze che abbiamo a nostra volta preso dai nostri predecessori”.
Luciano si dimostra un vero e proprio scienziato dell’impasto, e si cala subito nei dettagli, proprio in quello spirito che lo caratterizza e che vuol sfatare i tanti miti nati intorno alla pizza: “Ad esempio, si parla dei livelli di umidità in differenti luoghi del mondo che potrebbe influire sul risultato dell’impasto, e proprio questo è un falso mito. Dopo anni di sperimentazioni, abbiamo formulato le esatte proporzioni con le quali si può creare un’ottima pizza ovunque”. Pizzaiolo e matematico, ma anche una laurea in Economia e Commercio, che gli è tanto servita, ci racconta: “Ho lanciato la prima app qualche anno fa per formulare l’esatto prezzo di vendita di un prodotto, in base al prezzo di acquisto delle materie prime”.
Il Maestro poi ci racconta dei progetti futuri: “Voglio girare per il mondo finché possibile per far conoscere il mestiere, l’arte e la cultura culinaria campana. Lo potrei fare anche per altri trent’anni, ma vedremo”.