BRUXELLES - L’articolo 5 del Trattato dell’Alleanza atlantica è la pietra miliare della Nato, perché rappresenta l’essenza della solidarietà collettiva tra i Paesi membri. Stabilisce che, se un paese della Nato è vittima di un attacco armato, gli altri membri dell’Alleanza considereranno questo atto come indirizzato contro tutti e adotteranno le misure che riterranno necessarie per assistere l’alleato.
In sintesi, se uno dei trentadue è colpito, è come se lo fossero tutti.
Testualmente l’articolo 5 recita: “Le Parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nel Nord America sarà considerato un attacco contro tutte loro e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato si verifica, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva riconosciuto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la Parte o le Parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre Parti, qualsiasi azione che ritenga necessaria, compreso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area del Nord Atlantico. Ogni attacco armato di questo tipo e tutte le misure adottate in conseguenza di esso dovranno essere immediatamente segnalati al Consiglio di Sicurezza. Tali misure cesseranno quando il Consiglio di Sicurezza avrà adottato le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.
Invocando l’Articolo 5, gli Alleati possono fornire qualsiasi forma di assistenza ritengano necessaria per rispondere a una situazione. Si tratta - spiega la Nato - “di un obbligo individuale di ciascun Alleato, che è responsabile di determinare ciò che ritiene necessario nelle circostanze specifiche. Questa assistenza viene fornita di concerto con gli altri Alleati. Non è necessariamente di natura militare e dipende dalle risorse materiali di ciascun Paese. La determinazione delle modalità di contributo spetta quindi a ciascun singolo Paese membro. Ogni Paese si consulterà con gli altri membri, tenendo presente che l’obiettivo finale è “ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area del Nord Atlantico”.
Alla fine degli anni ‘40, quando fu redatto l’Articolo 5, vi fu un consenso sul principio di mutua assistenza, ma un disaccordo fondamentale sulle modalità di attuazione di tale impegno. I partecipanti europei volevano garantire che gli Stati Uniti intervenissero automaticamente in loro aiuto qualora uno dei firmatari fosse stato attaccato; gli Stati Uniti non vollero assumere tale impegno e ottennero che ciò fosse riflesso nella formulazione dell’Articolo 5.
Nella storia l’articolo 5 è stato applicato una sola volta, per assistere gli Stati Uniti dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. La sera del 12 settembre 2001, meno di 24 ore dopo gli attentati, gli Alleati invocarono il principio dell’articolo 5. L’allora segretario generale della Nato, Lord George Robertson, informò il segretario generale delle Nazioni Unite della decisione dell’Alleanza.
Sebbene per ora si sia trattato di un unicum, gli Alleati hanno coordinato misure di difesa collettiva in diverse occasioni. Su richiesta della Turchia, la Nato ha adottato misure di difesa collettiva in tre occasioni: nel 1991 con lo schieramento dei missili Patriot durante la Guerra del Golfo; nel 2003 con l’accordo su un pacchetto di misure difensive e la condotta dell’operazione Display Deterrence durante la crisi in Iraq; nel 2012 in risposta alla situazione in Siria con lo schieramento di missili Patriot.
In seguito all’annessione illegale della Crimea per mano della Russia nel 2014 e all’aumento delle sfide alla sicurezza provenienti da sud, tra cui brutali attacchi dell’Isis e di altri gruppi terroristici in diversi continenti, la Nato ha implementato il più grande rafforzamento della difesa collettiva dalla Guerra Fredda. E dopo l’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, e in linea con la sua pianificazione difensiva per proteggere tutti gli Alleati, la Nato ha adottato ulteriori misure per rafforzare ulteriormente la deterrenza e la difesa in tutta l’Alleanza.