PADOVA - Fiocco arcobaleno per la nascita di Aronne, figlio di Margherita Colonnello, assessora Pd al Sociale del Comune del capoluogo veneto. Niente azzurro alla porta, come da tradizione, ed è subito polemica sulla scelta dei genitori. Cinque i fiocchi arcobaleno appesi per il neonato alla porta dell’ufficio dell’amministratrice e si è scatenata un’ondata di disapprovazione. Non ha tardato ad arrivare sui social un post del vicepremier e leader leghista Matteo Salvini che chiede: “Ma era proprio necessario tutto questo?” dopo le “congratulazioni e auguri a mamma, papà e al bimbo!”. Parla di “estremismo gender che danneggia” la senatrice di Noi Moderati, Mariastella Gelmini, che sottolinea: “Alla nascita siamo maschi o femmine. Punto. È la biologia a deciderlo: negarlo è come sostenere che la terra è piatta”. Per la consigliera comunale Eleonora Mosco, della Lega, il bimbo è stato “trasformato, appena nato, in un manifesto ideologico”. Rincara la dose il deputato della Lega, Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione che invita “a non strumentalizzare un neonato”. “No, cara Signora. Si nasce maschi o si nasce femmine, e la sua ideologia non potrà mai cancellare queste differenze” sottolinea Sasso.
Reazioni “inaspettate” per Colonnello che replica: “Nostro figlio non ha ancora due settimane. Non avremmo immaginato di dover impiegare questo tempo prezioso sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia”. In un post su Facebook l’assessora punta il dito sui “leoni da tastiera” che “si sono scatenati sulla base di una dichiarazione non riportata correttamente, riempiendoci di odio” dice riferendosi alle parole del maggio scorso sul palco del Padova Pride, quando ancora non conosceva il sesso del nascituro: “Ti regalerò un fiocco arcobaleno - aveva detto - perché i colori sono tutti bellissimi. E poi sceglierai tu”. “La ‘bestia’ - sottolinea Colonnello - ha preso il nostro discorso al Pride padovano, pronunciato tre mesi fa, e lo ha distorto, rendendolo macchiettistico e un contenuto facile da condividere per alimentare violenza verbale. Il nostro discorso al Pride, che chiunque può riascoltare, è stato pensato e pronunciato contro gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano la nostra società, generando odio e discriminazione”. “Non volevamo fare una provocazione, ma semplicemente lasciare spazio alla libertà e alla bellezza della diversità. E invece ci siamo ritrovati travolti da una polemica che ci ha colpiti profondamente, proprio in un momento di grande delicatezza personale” conclude.