Chissà se il nuovo regolamento, partorito a livello governativo, in funzione da oggi, si porti appresso quel paradigma di buonsenso di cui s’è sentita la mancanza. E quindi, in attesa che Milan, Napoli e Fiorentina chiudano la giornata, ci portiamo appresso un risultato importante, il pari di Atalanta-Inter, firmato dalle prodezze dei due portieri, in particolare di Handanovic. Ci sono volute tre paratissime del portiere sloveno (su Pessina, Muriel e Pasalic) per consentire all’Inter di uscire indenne da Bergamo dove l’Atalanta, priva di Zapata e Gosens, avrebbe meritato il successo. Altrettanto miracoloso, però, l’intervento di Musso che nel finale ha chiuso la porta a D’Ambrosio giunto a due passi dalla porta. L’Inter, mai vista così in difficoltà, s’è dovuta accontentare del pareggio. E oggi rischia di essere sorpassata al comando dal Milan, sia pure con una partita da recuperare. Può darsi che la fatica della Supercoppa Italiana, vinta all’ultimo secondo sulla Juventus, con sbornia conseguente, abbia inciso sulla prova dei nerazzurri, apparsi sotto tono in mezzo al campo. Curioso poi che Inzaghi abbia utilizzato Martinez solo a 8 dal novantesimo
All’indomani della sconfitta nella Supercoppa Italiana, la Juventus s’è avvicinata al quarto posto allungando la striscia positiva che negli ultimi 8 turni ha significato 20 punti sui 24 a disposizione con 6 vittorie e 2 pareggi. L’ennesimo successo striminzito nel gioco più che nel punteggio, per di più contro una squadra appiedata dal Covid: lo stretto necessario per proseguire l’avvicinamento alla qualificazione in Champions League. La Signora è questa, piena di rughe, povera di gioco, ma sempre ricca di fascino. E tale resterà nella stagione, inutile che i suoi tifosi si facciano illusioni, specie dopo la partenza ormai somatizzata di Ronaldo e l’infortunio imprevisto al crociato di Chiesa. C’è poi il problema legato alla permanenza di Dybala che l’altro giorno non ha esultato dopo aver spaccato il risultato con i friulani grazie a una giocata individuale. Niente gesto della mascherina, solo uno sguardo verso la tribuna, apparsa polemica ai più a dispetto della giustificazione dell’argentino. Figuratevi la beffa se Joya finisse ai cari nemici dell’Inter per mano di Marotta che aveva portato l’argentino alla Juventus. Sarà un caso. Ma il dominio sportivo, politico e di mercato della Juventus è finito con la cacciata del suo dg che sta facendo grande l’Inter con cui prolungherà il matrimonio per altre stagioni ancora.
Al debutto in maglia giallorossa, Oliveira s’è procurato il rigore, l’ha trasformato e così ha permesso alla sua nuova squadra di vincere il primo incontro del 2022 dopo il pari interno con la Sampdoria e le sconfitte per mano di Milan e Juventus. Ma c’è voluto il riflesso di Rui Patricio per alzare sulla traversa il tiro a colpo sicuro di Joao Pedro che, a poco dal novantesimo, avrebbe potuto regalare il pari al Cagliari. In soldoni la Roma ha interrotto la striscia negativa senza entusiasmare nonostante la buona prova del portoghese che, pur essendo arrivato da poche ore nella Capitale, ha mostrato importanti qualità tecniche e caratteriali. Altrimenti non si sarebbe preso la responsabilità di calciare il rigore, lui che da centrocampista ha segnato nel Porto un gol ogni 3-4 partite. Resta la fotografia d’una squadra sbiadita, ancora alla ricerca d’un gioco e d’una identità. Al momento Mourinho non merita la sufficienza. Più Rometta che Roma. Sull’altro versante Mazzarri è andato vicino al terzo risultato utile consecutivo dopo le vittorie su Samp e Bologna.