SALTA – Tre giorni dedicati a Dante e alla Divina Commedia. Un’immersione totale, anche in modalità ibrida, l’11-13 ottobre, grazie a un seminario organizzato dall’Università Cattolica di Salta, fortemente voluto dall’ex rettore Patricio Colombo Murua, giurista di formazione e dantista per vocazione.

Per lui, Dante è una passione iniziata da piccolo. Grazie al padre e al nonno, quest’ultimo nato a Saronno (Milano), come tradisce il cognome tipicamente meneghino.

“Mio nonno arrivò con la prima ondata migratoria, a cavallo tra ‘800 e ‘900 – dice –. Mio padre, nato a Rosario, recitava la Commedia a memoria. Io la leggo sempre con un piacere immenso”.

Nel 2004, quando Colombo era rettore dell’Università Cattolica di Salta, organizzò il primo congresso latinoamericano di dantisti, in collaborazione con l’Università italiana di Cassino e del Lazio Meridionale (Frosinone).

“Parteciparono 60 università europee e altrettante latinoamericane e statunitensi ­– ricorda con orgoglio –. Per il seminario di ottobre abbiamo invitato di nuovo studiosi che erano stati con noi in quell’occasione”.

Raffaele Campanella, allora addetto culturale dell’ambasciata italiana e oggi ambasciatore in Francia, farà la conferenza d’apertura, dedicata a “Dante profeta della libertà”, l’11 ottobre.

La lettera di Dante all’imperatore Arrigo VII, per invitarlo a unificare l’Europa, è infatti un appello alla pace mondiale, ovviamente con le parole di un uomo del ‘300. “Un tema che non può lasciarci indifferenti, considerando la situazione internazionale – afferma Colombo. “Dante è un esempio di come, al posto dell’odio, si possa scegliere la cultura, la poesia e la bellezza”.

Daniel Capano, il più importante traduttore argentino di Dante, parlerà del proprio lavoro di ricerca sul poeta.

“Il messaggio di Dante supera il tempo, supera le divisioni epistemologiche – dice Colombo –. Ne parlavamo proprio oggi in facoltà. Ognuno di noi, con la sua specializzazione, che sia giuridica, letteraria, scientifica o storica, trova in lui un referente, un interlocutore”.

La Commedia è anche un esempio di interculturalità.

Alcuni riferimenti, come l’iconografia di Santa Lucia, provengono dall’Islam. E Dante si era formato nel mito degli imperatori svevi, molto vicini alla cultura araba siciliana (Federico II parlava arabo e aveva un harem), nonché mecenati di una tradizione poetica che poi venne assorbita dai toscani. Del resto, è proprio grazie ai filosofi arabi se nel Medio Evo è arrivato a noi il pensiero aristotelico.

Patricio Colombo Murua, organizzatore del seminario ed ex rettore dell'Università Cattolica di Salta.

Il seminario è stato preceduto da una serie di attività preparatorie con gli studenti delle sette scuole secondarie a indirizzo umanistico di Salta.

“Ai ragazzi piace molto l’Inferno, per le sue passioni, i toni e i colori forti, i personaggi favolosi – osserva Colombo –. L’obiettivo è portarli ad apprezzare anche i toni pastello del Purgatorio, il luogo dove inizia ad apparire la speranza e dove cambiano anche la lingua e i colori. Per arrivare alla ricerca di perfezione formale e spirituale del Paradiso”.

Hugo Bauzá, latinista, presidente dell’Accademia delle Scienze di Buenos Aires e traduttore delle Bucoliche di Virgilio, ha fatto una conferenza sul poeta latino autore dell’Eneide, a cui Dante dà il ruolo di guida nell’Inferno e nel Purgatorio. “Non volava una mosca” assicura Colombo.

Tra l’altro, c’è un legame speciale tra il Paradiso di Dante e la città di Salta. Proprio nel Paradiso, il poeta incontra San Bernardo di Chiaravalle, che è il patrono della nostra città in virtù di un miracolo a lui attribuito avvenuto nel ‘700.

Infine, Dante parla anche alla comunità immigrata, indipendentemente dal livello di scolarizzazione (all’inizio del ‘900, sull’Appennino Tosco-Emiliano, i contadini analfabeti recitavano la Commedia a memoria). È fortissimo, infatti, il tema delle radici e dell’esilio.

Nella Commedia, infatti, da una parte c’è Ulisse, l’uomo instancabile nella sua sete di “virtute e conoscenza”, che lo spinge a partire e a sfidare persino i limiti imposti da Dio (tanto che, malgrado l’ammirazione che trapela da parte del poeta, finisce nel XXVI canto dell’Inferno). Dall’altra l’incontro con il trisnonno Cacciaguida, in Paradiso, che gli ricorda dove stanno le sue radici e profetizza l’esilio. Con parole nelle quali si possono riconoscere tanti immigrati che hanno abbandonato tutto per cercare un futuro migliore in Argentina:

Tu lascerai ogne cosa diletta /più caramente; e questo è quello strale / che l’arco de lo essilio pria saetta.

Il seminario su Dante Alighieri: precursore del Rinascimento e dell’Umanesimo cristiano si svolgerà dall’11 al 13 ottobre all’Università Cattolica di Salta, in forma ibrida, con la possibilità di assistere a distanza. La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi

Il programma è disponibile sul sito dell’Università.