SAN DIEGO - Dalla base navale di Point Loma, a San Diego, il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha parlato martedì scorso di un “legame” che unisce Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti più di qualsiasi  altra cosa, quello di “credere in un mondo dove la pace, la stabilità e la sicurezza assicurino maggiore prosperità e una maggiore equità per tutti”.

Parole importanti che hanno fatto da cornice all’annuncio, fatto assieme al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e al primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, di un accordo tra le tre potenze per la costruzione in Australia di quella che è forse la più potente arma da guerra oggi in dotazione alle marine moderne, i sottomarini a propulsione nucleare di nuova generazione.

Un progetto che verrà reso possibile grazie grazie ad una collaborazione senza precedenti tra le marine australiana, americana e britannica nell’ambito del trattato AUKUS e che vedrà da parte di Canberra l’investimento record di 368 miliardi di dollari, il più ingente in materia di difesa mai avvenuto in Australia. 

Per permettere l’ambizioso piano australiano, la Gran Bretagna metterà a disposizione  il progetto dei suoi sottomarini di nuova generazione classe Astute, che verranno poi integrati da sistemi di armamento e tecnologia americana e assemblati, secondo quanto si apprende, negli stabilimenti navali del South Australia. 

Si tratterebbe della prima volta, negli ultimi 65 anni, che gli Stati Uniti condividono la loro tecnologia nucleare e solo la seconda volta nella storia. Dimostrazione di quanto Washington punti su questo progetto e ci tenga ad aumentare la potenza di fuoco sua e dei suoi alleati nell’area dell’Indo-Pacifico, dove, ha detto Biden, verrà scritto il futuro delle tre nazioni. “I sottomarini di alta gamma sono l’avanguardia della potenza navale degli Stati Uniti” e con questo accordo “ci stiamo mettendo nella posizione più solida possibile per affrontare le sfide di oggi e di domani, insieme”, ha detto il capo della Casa Bianca, secondo il quale, “consolidando questa nuova alleanza, stiamo dimostrando ancora una volta come le democrazie possano garantire sicurezza e prosperità non solo per noi, ma per il mondo intero”.

A sentire le reazioni internazionali non tutti però la pensano proprio così, a partire dalla Cina e passando per l’Indonesia, ma il primo ministro britannico Suniak assicura invece come quello di questi giorni sia un passaggio epocale, perché “per la prima volta in assoluto, significherà che tre flotte di sottomarini lavoreranno insieme sia nell’Atlantico che nel Pacifico, mantenendo i nostri oceani liberi, aperti e prosperi per i decenni a venire”. Per la costruzione e la consegna di tutti e otto i sottomarini serviranno però circa trent’anni e pertanto, nel frattempo, l’Australia acquisterà tre sottomarini nucleari classe Virginia sempre dagli alleati americani tra il 2033 al 2039. 

Il costo per i contribuenti australiani dell’accordo trilaterale con gli Stati Uniti e il Regno Unito arriverà a una cifra variabile tra i $268-$368 miliardi nei prossimi trent’anni. L’allocazione a bilancio, ha fatto sapere Canberra, prevede un investimento di $9 miliardi nei prossimi quattro anni e di $50-58 miliardi entro il prossimo decennio.

Ma in ogni caso, ha messo le mani avanti il governo, tale esborso iniziale non andrà ad aggiungere deficit all’Australia, poiché $6 miliardi saranno reindirizzati dalla somma già allocata per il contratto francese annullato, mentre sarà il dipartimento della Difesa a riallocare i restanti $3 miliardi da quanto già previsto in bilancio.

“Il patto AUKUS è un danno alla pace e alla stabilità regionali”

PECHINO – L’annuncio della costruzione dei sottomarini a propulsione nucleare arrivato da San Diego ha subito creato fibrillazione dalle parti di Pechino che ha bollato il programma Aukus sui sottomarini come il frutto di “una tipica mentalità da Guerra fredda, che stimolerà solo una corsa agli armamenti, saboterà il sistema internazionale di non proliferazione nucleare e danneggerà la pace e la stabilità regionali”.

È la dimostrazione, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, che Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia guardano solo ai “propri interessi geopolitici, ignorano completamente le preoccupazioni delle comunità internazionali e stanno camminando sempre più lungo la strada dell’errore e del pericolo”.

Rilanciando poi un tema sollevato da Pechino già quasi due anni fa all’annuncio dell’alleanza Australia-Regno Unito-Usa, Wenbin ha affermato che la vendita di sottomarini “costituisce un grave rischio di proliferazione nucleare e viola gli scopi e gli obiettivi proprio del Trattato di non proliferazione”. Accuse in parte respinte dallo stesso presidente americano Joe Biden, il quale ha sottolineato che, nell’ambito dell’accordo, l’Australia non riceverà armi nucleari, ma Canberra, con i sottomarini a propulsione nucleare, potrà entrare in un club ristretto a livello mondiale quanto a capacità militare e sarà in prima linea negli sforzi guidati dagli Stati Uniti per respingere l’espansione cinese. Precisazione che, dopo gli sforzi compiuti dal governo Albanese per riallacciare i rapporti con Pechino, potrebbe ora mettere l’Australia nuovamente in rotta di collisione con la Cina, stravolgendo nuovamente la sua strategia di politica estera nella regione dell’Indo-Pacifico.

E proprio da uno dei Paesi più importanti della regione sono arrivati commenti non certo entusiasti all’annuncio di martedì. Le autorità indonesiane hanno infatti subito detto di aspettarsi che “l’Australia rimanga coerente nell’adempiere ai propri obblighi ai sensi del Trattato di non proliferazione e delle salvaguardie dell’AIEA, nonché di sviluppare con l’AIEA un meccanismo di verifica che sia efficace, trasparente e non discriminatorio”. Giacarta ha tenuto a sottolineare che “mantenere la pace e la stabilità nella regione è responsabilità di tutti i Paesi” e che “è fondamentale che tutti i Paesi partecipino a questo sforzo”. Precisazione che trasmette una certa inquietudine per i recenti sviluppi del Trattato AUKUS che non arrivano solo dall’Indonesia e dalla Cina, ma anche dal Cremlino, dove si chiede “trasparenza” sulle sue reali finalità. “Il mondo anglosassone, con la creazione di strutture come AUKUS e con l’avanzamento delle infrastrutture militari della Nato in Asia - ha ammonito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov –, sta scommettendo seriamente su molti anni di scontro”.

Keating: “La peggiore decisione internazionale”. Wong: “Nessuna violazione dei trattati”

CANBERRA – Con il nuovo accordo sui sottomarini a propulsione nucleare nell’ambito del trattato AUKUS (Australia, Regno Unito, Usa), l’Australia entra a far parte di un club molto esclusivo, del quale fanno parte solo sette nazioni al mondo.

Il personale militare australiano ha subito decantato i vantaggi dei sottomarini a propulsione nucleare, rispetto a quelli diesel, al momento in dotazione della Marina, perché non vanno riforniti per un periodo di 30 anni e possono andare in sommersione continua per svariati mesi, ma che creano altri problemi, quelli dei rifiuti nucleari, che l’Australia, in base ad AUKUS, dovrà gestire e stoccare in siti della Difesa nel territorio.

Il dipartimento della Difesa sta collaborando con varie agenzie per identificare il sito del potenziale deposito di scorie nucleari.
L’Australia è firmataria di due trattati internazionali: quello sulla non proliferazione nucleare, che non permette di costruire o acquisire armi nucleari, e quello di Rarotong, che non permette il controllo i ordigni nucleari.

“L’Australia ha lavorato a stretto contatto con l’Agenzia internazionale sull’energia atomica”, ha detto il ministro della Difesa, Richard Marles, aggiungendo che Canberra intende impugnare l’articolo 14 del Trattato di non proliferazione, che permette a un Paese senza armamenti nucleari (Australia) di dotarsi di tecnologia a propulsione nucleare.

Il ministro degli Esteri, Penny Wong, ha detto che il piano AUKUS non costituisce una violazione dei due trattati: “Rispetteremo tutti i nostri obblighi nell’ambito del Trattato di non proliferazione e quello di Rarotonga”, ha assicurato. La Coalizione, pur chiedendo ulteriori dettagli sull’accordo annunciato a San Diego, ha confermato appoggio bipartisan per l’acquisizione della nuova flotta di sottomarini. Il leader dell’opposizione, Peter Dutton, ha detto che la Coalizione voterà a favore di misure del budget per finanziare il programma sui sommergibili. Dutton era ministro della Difesa del governo guidato da Scott Morrison, che durante un’intervista televisiva ha rivendicato la paternità del Trattato AUKUS, e che si è congratulato con il governo per il raggiungimento dell’intesa con Usa e Regno Unito.

Lapidario l’ex primo ministro laburista Paul Keating, che ha definito il Trattato AUKUS “la peggior decisione internazionale dall’introduzione del servizio di leva da parte del leader laburista Billy Hughes”. Spostando l’obiettivo sui responsabili dei dicasteri degli Esteri e della Difesa, Keating ha detto che Wong e Marles sono ministri “poco saggi”.

Il leader dell’opposizione Dutton, che ha ventilato un approccio bipartisan per lo stoccaggio di scorie nucleari, ha detto che il governo dovrebbe imbavagliare Keating, che con le sue parole può mettere a rischio la sicurezza nazionale.