CANBERRA - Nel suo intervento alla conferenza organizzata dall’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) a Canberra, Johnston ha affermato che è necessario ripensare il concetto di guerra, capacità di opporre resistenza e di preparazione nazionale. “Forse stiamo finalmente considerando l’Australia come una patria dalla quale condurre operazioni di combattimento - ha detto Johnston -. Un cambio di paradigma radicale rispetto a come abbiamo pensato alla difesa nazionale negli ultimi decenni”.
L’ammiraglio ha inoltre evidenziato la velocità con cui evolve la tecnologia bellica, citando il conflitto in Ucraina dove le innovazioni diventano obsolete in appena 12 settimane.
Queste osservazioni vengono fatte in un contesto internazionale in cui aumenta la pressione, soprattutto da parte degli Stati Uniti, per incrementare i bilanci della difesa. Johnston, pur riconoscendo le sfide legate alle risorse, ha difeso dalle critiche l’approccio delineato dall’ultima revisione strategica del governo laburista. Johnston ha sottolineato l’importanza di un ciclo di revisione biennale per una migliore allocazione delle risorse.
Durante la conferenza il ministro dell’Industria della Difesa, Pat Conroy, ha criticato il recente rapporto dell’ASPI che metteva in dubbio la solidità della forza militare australiana. Conroy ha accusato l’istituto di parzialità politica e ha ribadito gli “investimenti storici” già intrapresi.
L’ASPI ha respinto le accuse, affermando di essere focalizzato unicamente sull’analisi delle capacità e delle politiche di difesa del governo in carica.