CANBERRA - Durante il vertice COP29 in Azerbaigian, il governo britannico aveva inizialmente indicato che l’Australia avrebbe partecipato a un’intesa volta a promuovere l’energia nucleare finalizzata al sostegno della fase di decarbonizzazione industriale. Ma, successivamente, il riferimento all’Australia è stato rimosso dal comunicato ufficiale che annunciava l’accordo tra Regno Unito e Stati Uniti.

Oggi, il primo ministro facente funzioni Richard Marles ha chiarito in parlamento che il governo laburista non intende firmare alcun accordo di questo tipo.

“Questo accordo riguarda Paesi che hanno già un’industria nucleare civile”, ha dichiarato Marles, sottolineando che l’energia nucleare rappresenterebbe un costo elevato per le famiglie australiane, definendola “l’opzione energetica più costosa al mondo”.

L’opposizione, guidata da Peter Dutton, ha criticato aspramente questa posizione, definendo l’approccio del governo una “vergogna internazionale”. Secondo Dutton, l’energia nucleare è essenziale per raggiungere gli obiettivi economici e ambientali dell’Australia.

“Il governo ha un problema disastroso con la sua politica energetica”, ha dichiarato Dutton, aggiungendo che il ministro dell’Energia Chris Bowen sta danneggiando la reputazione internazionale dell’Australia.

La questione riflette una profonda divisione tra il governo e l’opposizione sull’utilizzo del nucleare per affrontare le sfide climatiche ed energetiche. Mentre il governo si oppone fermamente, citando i costi elevati e la mancanza di infrastrutture, l’opposizione vede il nucleare come una soluzione cruciale per la decarbonizzazione.

La decisione potrebbe influenzare le relazioni con alleati chiave come Stati Uniti e Regno Unito, che continuano a sostenere con vigore l’espansione del nucleare civile come parte delle loro strategie energetiche.