CANBERRA - La scorsa settimana, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che, a settembre, la Francia diventerà il primo paese del G7 a riconoscere formalmente la Palestina, un gesto che esercita ulteriore pressione diplomatica su Israele, mentre la crisi umanitaria a Gaza si aggrava.

Ospite di Insiders, ieri mattina, Albanese ha ribadito il sostegno dell’Australia alla soluzione dei due Stati, ma ha sottolineato che il riconoscimento non avverrà come “gesto simbolico” (questo è il valore che viene attribuito all’annuncio di Macron), bensì solo quando saranno soddisfatte condizioni concrete. In particolare, ha evidenziato la necessità di escludere Hamas da qualsiasi coinvolgimento politico e garantire che uno Stato palestinese non rappresenti una minaccia per Israele.

Con il deterioramento della situazione a Gaza, Albanese ha condannato il blocco degli aiuti da parte di Israele, definendolo “una chiara violazione del diritto internazionale”, pur precisando di non essere un giurista. Ha inoltre definito “una tragedia” le morti di civili palestinesi mentre cercavano cibo e acqua, distribuiti anche da un’operazione congiunta israelo-americana.

Dall’inizio del conflitto, scatenato dagli attacchi di Hamas il 7 ottobre 2023, le stime del ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, parlano di almeno 60mila palestinesi morti, mentre altre ipotesi indicano un bilancio vicino agli 80mila. Almeno un centinaio di persone saebbero morte di fame a causa del blocco degli aiuti.

In questo contesto, l’Australia ha scelto la cautela diplomatica, chiedendo condizioni chiare per un riconoscimento futuro, mentre il mondo osserva con crescente preoccupazione l’escalation della crisi mediorientale.