Il progetto, del costo di 50 milioni di dollari, fa seguito alla firma, avvenuta lo scorso anno, di Artemis - Nasa, un accordo che delinea i principi per “guidare la cooperazione nell’esplorazione dello spazio” tra le nazioni e consente all’Australia di collaborare fianco a fianco con l’agenzia spaziale Usa.

Il primo ministro, Scott Morrison, ne ha dato oggi l’annuncio ufficiale, sottolineando come il mezzo di esplorazione farà parte della futura missione lunare: “Questa è un’incredibile opportunità per l’Australia di assicurarsi una posizione di primo piano nel settore spaziale ed è fondamentale per la visione del nostro governo di assicurare più posti di lavoro ed una quota maggiore nella torta in crescita della economia spaziale. Questa missione sulla luna è un modo entusiasmante per creare opportunità e posti di lavoro per il futuro”.

Il rover semi-automatico, del peso di 20 kg, verrà utilizzato per raccogliere campioni di una specifica roccia lunare, conosciuta come regolite, che contiene ossigeno sotto forma di ossidi.

La Nasa si propone di estrarre ossigeno dalla regolite in quello che considera un passo fondamentale per riuscire a stabilire una presenza umana permanente sulla Luna che possa, inoltre, fare da trampolino per successive missioni sul pianeta Marte.

Enrico Palermo, capo dell’agenzia spaziale australiana, ha affermato che la missione si avvarrà delle competenze e dell’esperienza di vertice a livello mondiale dell’Australia nelle operazioni di ricerca e controllo a distanza e delle conoscenze specifiche nel settore dello sfruttamento delle risorse  minerarie.

“L’Australia è all’avanguardia nella tecnologia e nei sistemi robotici per le operazioni a distanza, che saranno fondamentali per stabilire una presenza sostenibile sulla Luna e, inoltre, per dare il proprio contributo all’esplorazione umana di Marte”, ha affermato Palermo.

Bill Nelson, amministratore delegato della Nasa, ha affermato che l’accordo consolida le relazioni tra Stati Uniti ed Australia nelle aree legate all’esplorazione spaziale.

La recente firma del patto Aukus ha incluso anche un impegno ad una maggiore collaborazione sulla tecnologia spaziale tra i tre Paesi.

Melissa Price, ministro per l’industria e per le attività scientifiche, ha affermato che la collaborazione farà la “storia lunare”, dando un forte impulso all’industria spaziale australiana, per la quale è prevista una crescita dello 8,3% per l’anno 2026.