Poco più tardi è stata la volta di Kandahar a soccombere all'apparentemente inarrestabile offensiva delle forze talebane. Il centro di Lashkar Gah, dove l’esercito regolare controlla ormai solo una base militare, rimane sotto l'assedio delle milizie definite ribelli. A questo punto i talebani hanno conquistato dodici dei trentaquattro capoluoghi di provincia afgani. La giornata di ieri avvicina le milizie nemiche del governo centrale di Kabul all’obiettivo del completo controllo del Paese. Ghazni, anch'essa caduta, è il capoluogo più vicino alla capitale Kabul, 150 chilometri di distanza. Herat è un importante crocevia per il commercio, dotato di un aeroporto, assicura ai talebani un maggiore approvigionamento di risorse, anche economiche, provenienti dall'Iran.
Il governo afgano, ormai privo del sostegno delle truppe straniere, sembra avere a disposizione solamente l'opzione di una trattativa. Il presidente Ashraf Ghani ha inviato una rappresentanza a Doha con l'incarico di offrire ai talebani un accordo di condivisione del potere in cambio della fine delle operazioni militari.
Gli Stati Uniti non sembrano orientati ad un ripensamento del completo ritiro, previsto per la fine del mese, che riporti le loro truppe nel paese asiatico. La Casa Bianca, tramite la sua portavoce, Jen Psaki, ha ribadito che, a suo avviso, le forze governative dispongono del potenziale offensivo necessario a fronteggiare il nemico. L'amministrazione Biden ha, però, inviato un contingente di 3mila militari a protezione del personale della propria ambasciata a Kabul, personale che è stato trasferito in una sede vicina all'aeroporto, ritenuta meglio difendibile.
Similare la mossa programmata dalla Gran Bretagna che ha dato annuncio dell’invio di 600 militari al fine di proteggere e, poi, evacuare il personale diplomatico ed i collaboratori afgani.
Donald Trump, architetto del ritiro delle truppe Usa, ha definito come una situazione inaccetabile quella che si sta delineando con sempre maggiore nettezza nel martoriato paese, indicando Joe Biden quale responsabile ultimo della fulminea avanzata dei talebani: “Se fossi presidente in questo momento, il mondo saprebbe che il nostro ritiro dall’Afganistan ha delle condizioni, sarebbe stato un ritiro molto diverso e più riuscito ed i talebani lo sapevano meglio di chiunque altro”.