PERTH - Guidato da Nathan Harvey, il dipartimento di lingue offre agli studenti della scuola secondaria fuori Perth lo studio di francese, italiano, giapponese e coreano (oltre che inglese come seconda lingua). Tra i quattro docenti di italiano c’è Bianca Petale, che da oltre trent’anni porta nelle aule della capitale del WA l’amore e la dedizione per la lingua del Bel Paese. Alla base del suo modo di lavorare, ci sono il costante incoraggiamento agli studenti affinché diano il meglio e il lavoro di squadra con i colleghi. “Lavoriamo insieme, cerchiamo di capire da dove i ragazzi partono, dalle basi dell’Anno 7, e dove vogliamo che arrivino. Il nostro obiettivo è di incoraggiare e insegnare ai ragazzi che tutti possono arrivare al livello dell’Anno 12. A ogni lezione presentiamo contenuti, grammatica e cultura, tutto assieme, e di anno in anno alziamo il livello, sempre consolidando quanto già studiato”.
Nata in Australia da padre valtellinese e madre marchigiana, Petale giocava fin da piccola a fare la maestra. Spronata dai genitori a mantenere la lingua di famiglia e al contempo abbracciarne altre, ha unito due sue passioni diventando insegnante di italiano nel 1984. Da undici anni lavora alla Willetton SHS e si ritiene fortunata di poter operare in un ambiente dove le lingue sono sostenute e stimolate con moltissime attività: giornate dedicate, escursioni e scambi con l’estero.
“Ogni anno presentiamo dei progetti per portare i ragazzi fuori nella comunità dove si parla l’italiano o facciamo in modo che l’italiano ‘venga’ a scuola”. Se in passato è stato possibile organizzare escursioni in giro per la città, in luoghi come l’Italo-Australian Welfare & Cultural Centre e la galleria d’arte, per citarne alcuni, quest’anno sono state alcune ospiti a visitare la scuola per condividere le loro esperienze di vita con gli studenti.
Venerdì 27 agosto, la classe dell'Anno 12 ha potuto ascoltare le testimonianze di Laura Bava, presidente di WAATI; Marinella Caruso, docente della UWA; Paola Magni, biologa forense della Murdoch University; l'ex assistente linguistica Eleonora Duso; Enza San Giorgio, Maria Del Fuoco e, in collegamento virtuale da Melbourne, Sara Bavato de Il Globo. Tutte le ospiti hanno risposto alle domande rivolte dagli studenti su temi che hanno approfondito durante l’anno e che saranno oggetto di esame: esperienze di vita, il contributo italiano in Australia, la situazione del mercato del lavoro nella Penisola, sfide e opportunità trovate dopo il trasferimento Down Under.
“Una cosa che mi ha sorpreso – commenta Hardi Vyas dopo l’evento - era come le varie opportunità in Australia hanno permesso alle partecipanti di crescere in una maniera professionale (che forse non avrebbero avuto rimanendo in Italia) e di conseguenza sviluppare e utilizzare le loro competenze per poi poter contribuire alla società e alla formazione educativa australiana. Per esempio, grazie alla prof. Laura Bava e la sua iniziativa ‘assistenti virtuali’, noi studenti abbiamo avuto l’opportunità di parlare e di lavorare con veri assistenti italiani nonostante la pandemia. Quest’iniziativa ci è stata molto utile non solo per poter sviluppare le varie competenze linguistiche, in particolare quelle dell’orale e dell’ascolto, ma anche per poter conoscere veri italiani e approfondire la nostra conoscenza della loro vita e cultura”, ha concluso la studentessa.
La presenza degli assistenti linguistici è in effetti un elemento portante dell’offerta linguistica alla Willetton: i ragazzi italiani, prima in presenza e da quest'anno virtualmente, forniscono nuovi contenuti e punti di vista, opportunità di conversazioni individuali, nuovi progetti (come il Club Vespa nato nel 2016 e proseguito su iniziativa degli studenti più grandi). Ma non solo, gli assistenti portano brio ed entusiasmo e aiutano anche insegnanti con esperienza consolidata come Petale a vedere le cose con uno sguardo diverso, a utilizzare nuovi approcci. Perché, come spiega la docente, non si smette mai di imparare e di migliorarsi, a qualsiasi età. Un punto, questo, che sta molto a cuore a Petale: è fondamentale che autorità ed enti preposti come le università, si impegnino per assicurare la qualità (e il futuro) dell’insegnamento delle lingue in Australia con misure anche legate alla formazione continua dei docenti, al potenziamento e mantenimento della lingua, un aspetto tutt’altro che scontato. “Bisogna capire che una volta ottenuto un posto da insegnante, si deve continuare a lavorare sul proprio italiano, usandolo e migliorandolo”.Solo così si potranno davvero accompagnare in un percorso fruttuoso studenti di tutte le età.