ROMA - Il fenomeno del lavoro precoce in Italia riguarda, in modalità diverse, 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni, e circa 58mila minorenni tra i 14-15 anni sono stati coinvolti in attività lavorative dannose per i percorsi scolastici e per il benessere psicofisico. A lanciare l'allarme è ‘Save the Children’ alla vigilia della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, in programma il 12 giugno: La stima è frutto di una rilevazione nazionale condotta dall'organizzazione nel 2023, i cui dati hanno trovato ulteriore conferma nella recentissima ricerca dedicata sempre dall'organizzazione al tema della povertà minorile e delle aspirazioni degli adolescenti. 

La ricerca, dal titolo ‘Domani (Im)possibili’, condotta intervistando un campione rappresentativo di giovani tra i 15 e i 16 anni, rileva che il 43,7% degli adolescenti aiuta in vario modo la famiglia ad affrontare le spese, tra questi, il 18,6% ha svolto e svolge qualche attività lavorativa per non gravare sulla famiglia in difficoltà, di cui uno su due ha meno di 16 anni. 

Secondo ‘Non è un gioco’, il rapporto nazionale diffuso dall'organizzazione sul tema del lavoro minorile, quasi un minore su 15 tra i 7 e i 15 anni, il 6,8% della popolazione totale in questa fascia d'età, svolge o ha svolto una attività lavorativa, una proporzione che sale a un minore su 5 se si considerano solo i 14-15enni. Tra questi ultimi, il 27,8% dei casi riguarda lavori particolarmente dannosi per l'impatto sui percorsi educativi e il benessere psicofisico degli adolescenti coinvolti, essendo svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi. 

I settori prevalentemente interessati dal fenomeno del lavoro minorile nel nostro Paese sono quelli più tradizionali come la ristorazione (25,9%) e la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali (16,2%), seguiti dalle attività in campagna (9,1%), in cantiere (7,8%) e dalle attività di cura con continuità di fratelli, sorelle o parenti (7,3%) ma non mancano le nuove forme di lavoro online (5,7%), come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi, o il ‘reselling’ di sneaker, smartphone e pod per sigarette elettroniche. Sebbene il 70,1% dei 14-15enni che lavorano o hanno lavorato, lo abbiano fatto in periodi di vacanza o in giorni festivi, il lavoro è faticoso da un punto di vista della frequenza e dell'intensità: Quando lavorano, più della metà dei 14-15enni lo fa tutti i giorni o qualche volta a settimana, circa uno su due lavora più di quattro ore al giorno.