BUENOS AIRES - Le giornaliste Beatriz Reynoso e Silvia Cordano hanno presentato la versione digitale del loro libro Nuestras mujeres de Malvinas (“Le nostre donne delle Malvinas”, Leamos, 2024), un testo documentale che affronta la questione di genere nel contesto della guerra delle Isole Malvinas. 

“Uno dei capitoli più dolorosi della storia argentina – come sottolinea Cordano – da sempre nascosto sotto un tappeto”. E i cui caduti vengono commemorati il 2 aprile. 

Le autrici hanno raccolto undici interviste a donne le cui vite sono state toccate dalla guerra in modi diversi. Si tratta del primo libro pubblicato su questo tema, che racconta sia le esperienze di cittadine coinvolte per lavoro, come infermiere e antropologhe, sia quelle coinvolte sul piano affettivo: sorelle, mogli, fidanzate e madri dei soldati. 

La prefazione del libro è stato scritto dal soldato Geoffrey Cardozo, ex colonnello dell’esercito britannico che ha aiutato il team di antropologia forense argentino a effettuare il riconoscimento delle salme dei soldati sepolti a Darwin (un centro dell’arcipelago) come “ignoti”. 

La scelta è stata fatta per il messaggio di pace e grande umanità che questa figura (ufficialmente un “nemico”) rappresenta nel contesto del conflitto per la sovranità delle isole. “Il nemico è la guerra, non i soldati dell’altra parte, e il nostro è un messaggio di pace,” spiegano le autrici. 

“Non si parla mai delle donne nella guerra, si celebrano sempre e solo gli uomini come coraggiosi eroi, pronti al sacrificio. Ma sono le donne che combattono a casa, mantenendo in piedi le proprie famiglie e la società,” spiega Silvia Cordano. 

La presentazione della versione digitale di “Nuestras mujeres de Malvinas”. 

Un argomento che sta molto a cuore a Beatriz Reynoso, dato che è sorella di un veterano. Sua madre, Beatriz Páez, è una delle donne intervistate nel libro. A novant’anni, era in prima fila per dare la propria testimonianza sulle difficoltà affrontate, mentre il figlio era in guerra e anche dopo il suo ritorno. 

“Lo Stato ha abbandonato i ragazzi che sono tornati, senza dare loro il necessario supporto psicologico”, spiegano le autrici. Come evidenziato nel libro, sono le donne a rimboccarsi le maniche anche nel dopoguerra, occupandosi dell’economia domestica e del sostegno psicologico della società colpita dal conflitto ma, paradossalmente, le loro voci vengono raramente prese in considerazione dalla narrativa storica.

Beatriz si dedica appunto a dare voce alla prospettiva femminile in tutti gli ambiti in cui opera. Ha un forte rapporto con la collettività in Argentina, tanto che collabora da molti anni con le donne della Comunità di Sant’Egidio ed è attiva al Circolo Italiano di Buenos Aires, dove fa parte del Gruppo Cultura e ha organizzato eventi dedicati a figure femminili illustri.

Nonostante non sia di discendenza italiana, il suo interesse per la cultura l’ha inevitabilmente avvicinata al patrimonio artistico e letterario italiano, tanto da conseguire il diploma di Italiano all’Università per Stranieri di Siena. 

Collabora con il gruppo Infobae, scrivendo articoli di cultura e, in numerose occasioni, ha raccontato le storie di donne della cultura italiana contemporanea, come la regista e attrice Paola Cortellesi e la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi.