CAMPOBASSO - Dal palcoscenico del Teatro Savoia di Campobasso che il Molise ha scelto di parlare al mondo, consegnando le onorificenze di “Ambasciatore del Molise in Italia e nel mondo 2025” a personalità che, in campi diversi, portano lontano il nome della regione senza recidere, anzi rafforzando, il legame con le proprie radici.

La serata si è aperta con un intenso omaggio ad Antonio Pettinicchi, nel centenario della nascita. Tiziana Franceschini, sindaca di Lucito, paese natale dell’artista, e i critici d’arte Silvia Valente e Vincenzo Manocchio hanno restituito al pubblico il ritratto di un artista “autentico”, capace di dare volto, con un tratto incisivo e “micidiale”, ai contadini, ai paesi dell’entroterra, agli “ultimi” del Molise. Pettinicchi, formatosi all’Accademia di Napoli e poi chiamato a Roma, scelse di restare nella sua terra: una decisione ricordata come “tanto politica quanto poetica”, una forma di resistenza e di radicamento. A Lucito una pinacoteca con circa 130 opere ne custodisce oggi l’eredità, che il paese vive come “patrimonio e identità”.

Accanto alla memoria di Pettinicchi, la serata ha reso omaggio anche a un’altra grande figura della cultura molisana: Giose Rimanelli, narratore, poeta e saggista di fama internazionale. Nel centenario della sua nascita, il professor Luigi Montella dell’Università del Molise ha ricordato la sua voce irregolare e modernissima, capace di intrecciare italiano, inglese e dialetto molisano, anticipando sperimentazioni che solo anni dopo sarebbero state riconosciute dalla critica. Un autore che, pur vivendo lontano, non smise mai di portare “la sua terra come un seme nella tasca”.

Su questo filo di memoria e appartenenza si è innestata la consegna dei titoli di ambasciatore. In collegamento da New York la cantante jazz Chiara Izzi, che ha raccontato il suo Molise “sempre in valigia”, mentre i genitori ricevevano medaglia e pergamena in sala. Onorificenze anche al Generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto, legato al Molise per scelta di vita, all’organista e direttore d’orchestra Davide Mariano, oggi tra Austria e grandi palcoscenici internazionali, a fra Pietro Cicinelli per una vita spesa nella sanità al servizio dei più fragili. Dal fronte della ricerca sono stati insigniti Antonio Mastropaolo, pioniere dell’intelligenza artificiale applicata all’ingegneria del software negli Stati Uniti, e Antonino Pittà, filologo e docente alla Cattolica di Milano, che porta la cultura molisana nelle aule universitarie italiane ed estere.

In platea, amministratori, familiari e tanti cittadini. A loro, e idealmente a tutti i corregionali nel mondo, il messaggio finale: il Molise esiste finché qualcuno lo porta nel cuore, e lo racconta, con la stessa tenacia di Pettinicchi, di Rimanelli e dei nuovi ambasciatori.