Il documentario Le Gioie Delle Donne (The Joys of Women) ha festeggiato il suo trentesimo anniversario con una proiezione speciale, in collaborazione col Co.As.It, al cinema Palace di Norton Street, proprio nella “Little Italy” di Sydney, seguita da una sessione di domande e risposte con il regista del film, Franco Di Chiera, e il direttore della fotografia Simon Smith (Membro della Società Cinematografica Australiana), e Kavisha Mazzella (AM) una delle protagoniste del documentario, condotta da Comm. Mariangela Stagnitti (Ordine della Stella d’Italia) di Donne Siciliane e dell’Italian Women’s Business Network.
Il documentario offre uno sguardo toccante attraverso il viaggio musicale intrapreso dalla cantante/compositrice Kavisha Mazzella (Membro dell’Ordine dell’Australia) nel riscoprire le canzoni perdute di una generazione.
Il cuore della narrazione è il coro di donne italiane di Fremantle, un concentrato di personalità straordinarie che porta in scena gli ultimi bagliori della musica popolare italiana sia in Italia che in Australia.
Nel 1993, Le Gioie Delle Donne venne rilasciato nel cinema a livello nazionale e su ABC TV, presentando il coro a un pubblico nazionale e trasformandolo in un fenomeno culturale. Il documentario include la toccante canzone di Kavisha Mazzella, Wedding Sheets, che le valse il prestigioso Songwriting Prize ai West Australia Music Industry Awards (WAMIA).
Le recensioni positive che accolsero il documentario sottolineavano le connessioni con il neorealismo italiano, catturando la vita quotidiana degli immigrati italiani della classe lavoratrice.
Il film ha attraversato confini, proiettandosi su schermi di festival cinematografici internazionali e ricevendo nomination come Miglior Documentario ai Film Critics Circle of Australia Awards ed è stato anche proiettato al Festival dei Popoli di Firenze.
Il coro di donne italiane di Fremantle è diventato l’emblema delle Gioie Delle Donne. Invitato a esibirsi in eventi prestigiosi come la celebrazione dell’anniversario dei 100 anni delle donne australiane che vinsero il diritto di voto, il coro ha anche registrato la canzone tema per la squadra di calcio dei Fremantle Dockers.
Il suo impatto va oltre la musica, abbracciando la celebrazione della vita delle donne immigrate.
Il regista Franco Di Chiera ha raccontato che l’ispirazione scaturì durante il Gemellaggio Festival a Fremantle, quando la SBS lo incaricò di registrare degli artisti. La potenza delle canzoni del coro colpì profondamente Di Chiera, che, essendo di discendenza italiana, sentì una connessione personale con la storia delle immigrate.
Il percorso con il coro iniziò con la ricerca su Kavisha Mazzella e il coro, sostenuto dal finanziamento del WA Film Council e dell’Istituto del Cinema e della Televisione di Fremantle. L’Australian Broadcasting Corporation abbracciò il progetto, dando il via alla creazione di quello che oggi è un pezzo importante di storia per Fremantle e per tutta l’Australia.
Questo documentario si concentra sulla potenza curativa e culturale della musica, evidenziando le sfumature politiche e femministe delle canzoni del coro. Le donne, le quali avevano un ruolo prevalentemente da casalinghe e quindi non parti attive nella società australiana ma legate ancora alle tradizioni italiane che le vedevano principalmente occuparsi della casa e dei figli, trovarono una voce attraverso la musica, trasformandosi in figure riconosciute e rispettate.
Il film vuole convalidare le esperienze delle donne immigrate, rivelando il loro impatto e la loro forza trasformativa.
A tre decenni di distanza, Le Gioie Delle Donne continua a essere parte integrante di festival internazionali, testimoniando il suo impatto duraturo.
Il regista riflette sull’effetto desiderato del documentario, che ha contribuito a cambiare la percezione delle donne immigrate, da parte del pubblico australiano ma anche degli stessi mariti e ha ispirato la creazione di numerosi cori simili in Australia.
Guardando al futuro, Di Chiera si impegnerà in un nuovo progetto intitolato Bonegilla, un film ambientato nel campo per migranti nel 1950, che tratta tematiche contemporanee come la richiesta asilo e la quarantena.
Nella sua pratica, il regista, sottolinea l’importanza di colpire le emozioni delle persone per creare cambiamenti duraturi all’interno della società, confermando il potere unico, della musica, del cinema e dell’ arte in generale come strumenti fondamentali per facilitare il cambiamento sociale.
Questo progetto è stato molto più di un documentario musicale; è un monumento alla forza, all’identità e alla resilienza delle donne italiane immigrate in Australia.
A trent’anni dalla sua creazione, il film continua a toccare il cuore degli spettatori, offrendo un’esperienza indimenticabile attraverso la bellezza della musica e delle storie autentiche.