ROSARIO – Otto donne, quattro europee e quattro latinoamericane, lontanissime per storia personale ed epoca, ma accomunate dallo stesso nome: Giovanna/Juana.

Sono le protagoniste dello spettacolo Las Juanas/Le Giovanne di Agustina Toia, attrice argentina di origini piemontese, che ha vissuto 8 anni a Roma, dal 2007 al 2014, per perfezionarsi nelle tecniche di recitazione e performance.

Rosarina di nascita, Agustina sarà nella sua città sabato 29 marzo, nel teatro della Familia Veneta, per presentare il suo spettacolo, che vede la regia di Severo Callaci (compagno dell’artista, nonché discendente di siciliani) e ha ottenuto numerosi premi e critiche molto favorevoli, in Italia come in Argentina. A Milano e Catania ha partecipato con successo al prestigioso Fringe Festival, mentre in Argentina, nel 2022, è stata dichiarata “di interesse culturale”.

L’appuntamento è alle 20, nella sede dell’associazione (Caffarata 254). Il biglietto costa 12.000 pesos (10.000 in prevendita entro venerdì 29 marzo, tel. 3416106192).

Las Juanas è nato in Italia, quando vivevo a Roma – dice Agustina – e ho avuto l’occasione di conoscere Giovanna Marturano, partigiana e antifascista, morta nel 2013”.

Le altre “Giovannee” protagoniste dell’opera sono Santa Giovanna d’Arco; la regina di Castilla Giovanna la Pazza, allontanata dal trono dagli uomini della famiglia con la scusa di una malattia mentale; la leggendaria papessa Giovanna, riuscita a salire al soglio pontificio facendosi passare per uomo e “smascherata” dalle doglie del parto.

Sul fronte delle “Juanas”, invece, abbiamo Juana Manso, scrittrice e femminista argentina; Juana Azurduy, boliviana, eroina dell’indipendenza latinoamericana; Juana de Ibarboreau, poetessa uruguayana, e suor Juana de la Cruz, mistica e poetessa messicana.

Pur essendo uno spettacolo unipersonale, la messa in scena è estremamente dinamica. “Credo in un teatro poetico, fisico, politico e popolare” dichiara Agustina. Sulla scena, i costumi, gli oggetti, il corpo si trasformano. “Un pezzo di stoffa diventa cielo, gabbia, muraglia, bandiera”, racconta.

Ma qual è la Juana-Giovanna preferita dell’autrice? “La papessa – risponde di getto –. A Roma sono stata a vedere il piccolo santuario dove si troverebbe la sua tomba, viciono al Colosseo. La seppellirono come Giovanni, per non ammettere di essere stati ingannati. Ho voluto restituirle la sua identità di donna”.

Dopo lo spettacolo alla Familia Veneta di Rosario, che si tiene in lingua italiana, l’opera sarà a Buenos Aires, al teatro La Carpintería, recitata in spagnolo, tutti i sabati di aprile alle 20.  

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