MELBOURNE - In Australia lo conoscono soprattutto perché è, ormai da tre anni, il deus ex machina dell’Innovation Day, che la scorsa settimana si è svolto come evento a margine del Global Table di Melbourne. Ma Emil Abirascid non è solo questo. Prima di tutto è un giornalista, collabora tra gli altri con il Sole 24Ore, uno scrittore, ma principalmente, come si definisce lui stesso, un innovatore.
E innovativa, o meglio, originale, è soprattutto la sua visione della crisi economica del 2008, che secondo Abirascid non è una crisi ma un “cambio di paradigma”, “un cambiamento delle regole del gioco”. Per affrontare questo cambiamento, è il suo concetto, bisogna essere pronti ad innovare e a questo obiettivo dell’innovazione Abirascid ha dedicato le sue risorse. In questo contesto si inserisce la fondazione a Milano di Startupbusiness, un’incubatrice di start-up appunto, che tra i servizi offerti permette anche a chi ha idee innovative di viaggiare il mondo per promuoverle e fare impresa. A questo serve l’Italian Innovation Day dove l’abbiamo incontrato, e dove ci ha spiegato che nel campo dell’innovazione l’Italia può essere davvero considerata un Paese leader a livello globale. “In particolare il biotech e il medical devices sono settori molto forti - assicura - ma ci sono anche l’areospazio, l’energia, il food-tech, il fashion-tech e l’entertainment”.
La materia prima insomma non manca, quello che invece dovrebbe crescere sono però gli investimenti, che “ogni anno in Italia sulle aziende innovative, attraverso i venture capital pubblico-privato, raggiungono un ammontare che è ancora un decimo di quello che viene investito per esempio in Francia”. Certo, continua Abirascid, bisogna notare che “la tendenza è positiva perché negli ultimi anni c’è stata una crescita nei numeri”, ma non è tanto a suo parere quella che lui chiama “la macchina pubblica” che è determinante. L’importante spiega è che lo Stato “sia efficiente e capisca che sia una cosa buona destinare una fetta di fondi all’innovazione, facendoli però gestire ai privati così da generare un ritorno anche per gli investitori”.
Poi c’è il lato del supporto per “costruire un terreno in modo che le aziende possano prendere contatti e internazionalizzarsi”, e “a livello diplomatico - assicura Abirascid - c’è una fortissima attenzione, in particolare del Consolato di Melbourne, di Adelaide, ma anche dell’ambasciata di Canberra”, mettendo a disposizione anche fondi per permettere ad aziende nascenti, con poche risorse, di spostarsi per il mondo. Ed è un lavoro importante, anche perché, assicura Abirascid, “le aziende italiane sono il top a livello globale e gli imprenditori italiani né per qualità delle idee né per capacità di realizzarle hanno niente da invidiare rispetto ad altri”.
Soprattutto oggi, continua, “c’è una nuova generazione di imprese che, nonostante delle difficoltà sistemiche, sono riuscite ad uscire dalla fase di start-up, che sta dimostrando che esiste un made in Italy dell’innovazione di eccellenza”.
Proprio in Australia, dove il mercato è molto dinamico, “c’è forte richiesta da imprenditori locali” e attenzione verso l’Italia. Anche nell’altro senso, con molte importanti imprese locali che stanno investendo per esempio a Milano.
Ma a parte gli investimenti, le reti e le idee, centrale nel lavoro di promozione di aziende innovative è la credibilità personale, ed è questa la carta su cui punta Emil Abirascid. “I rapporti personali sono importantissimi - sottolinea prima di risalire sul palco dell’evento dopo averci dedicato il suo intero lunch break - e la serietà personale nelle relazioni ne è la pietra miliare”.