SYDNEY - Ieri, il consiglio della RBA ha ridotto il tasso ufficiale al 3,85%, una decisione ampiamente prevista dai mercati. L’inflazione è tornata entro l’intervallo auspicato e le tensioni commerciali globali minacciano la crescita economica, fattori che hanno spinto la Banca centrale ad intevenire.
Secondo la governatrice Michele Bullock, il consiglio ha persino valutato un taglio più marcato - 50 punti base invece che 25 - segnale che la politica monetaria resta restrittiva ma con margini di manovra. I mercati ora prevedono tre ulteriori tagli entro la fine dell’anno, una prospettiva che Bullock non ha smentito, a differenza di quanto avvenuto a febbraio, dopo il primo taglio di quest’anno.
Bullock ha dichiarato che l’evoluzione futura dipenderà molto da ciò che accadrà all’estero. “È stato un vero e proprio ottovolante”, ha commentato a proposito dei continui cambiamenti nei dazi annunciati da Trump. “Siamo stati completamente spiazzati dalla portata e dall’intensità della sua politica economica”.
In uno scenario pessimistico, con ritorsioni tariffarie diffuse, l’inflazione scenderebbe al limite inferiore dell’intervallo prefissato dalla RBA, rendendo necessari ulteriori tagli oltre i tre già ipotizzati. In una visione positiva, con una riduzione dei dazi ai livelli del 2024, l’inflazione resterebbe più alta, limitando la necessità di ulteriori interventi.
Per ora, la RBA resta pronta ad agire in base all’evoluzione dell’economia globale, con l’obiettivo di bilanciare la crescita e mantenere l’inflazione sotto controllo.