MELBOURNE - Portare le lingue anche nelle scuole più remote e piccole, quelle che non possono sostenere un insegnante dedicato per la lingua straniera, è lo scopo del progetto lanciato qualche anno fa, dal ministero dell’Educazione del Victoria che vede, tra i docenti coinvolti, anche Isabella Mammoliti.

Trasferitasi dalla Calabria a Melbourne quando aveva solo un anno, per Mammoliti, insegnante abilitata dopo una laurea con specializzazione in italiano, mantenere la sua lingua madre è sempre stato centrale.

“Ho cercato di coltivare la lingua, per non perderla, per tenerla viva. Ho sempre voluto stare connessa con l’italiano e l’insegnamento ha per me un valore personale, attribuisco grande importanza anche al ruolo della cultura italiana qui in Australia”, sottolinea.

Una passione che nel 2019 l’ha spinta a mettere a disposizione i suoi oltre 30 anni di esperienza e abbracciare l’avventura dell’insegnamento anche da remoto, con le scuole regionali del Victoria.

“Ogni settimana facciamo una lezione online per 30 minuti, poi gli studenti devono completare altri 30 minuti di attività in classe con i loro insegnanti. In questo modo hanno un’ora di lezione settimanale, come tutti gli studenti dello Stato”, spiega Mammoliti.

Quelle regionali, dove insegna il venerdì, sono realtà molto diverse dal Princes Hill Secondary College di Carlton, dove trascorre gli altri quattro giorni della settimana, e non solo perché gli studenti di origine italiana sono pochissimi, quando ce ne sono, ma soprattutto per il contesto.

Ouyen e Underbool sono due piccoli centri a oltre 400 chilometri da Melbourne che contano, rispettivamente, una popolazione di 1.170 e 215 persone.

Ad Underbool vivono 66 famiglie, praticamente una grande famiglia, eppure, le parole di Isabella Mammoliti chiariscono quanto sia vivo l’interesse e quanto attiva sia la partecipazione di questi ragazzi alle sue lezioni.

“Gli studenti sono tutti molto contenti di lavorare in classe, dedicano grande attenzione e cura al loro studio. Le piattaforme digitali su cui lavoriamo li intrattengono moltissimo, anche perché non le usano per le altre materie e pertanto la novità li coinvolge particolarmente, tenendoli interessati”.

Non deve essere semplice insegnare a distanza, senza la possibilità di creare un contatto umano con le classi; per questo, viene organizzata una giornata all’anno che Mammoliti passa, in presenza, con i ragazzi:

“Andare nelle scuole e conoscere gli studenti, sentirli parlare in italiano e trascorrere del tempo con loro è sempre emozionante, ma anche molto importante per portare un po’ di cultura”.

L’insegnante, infatti, si ferma in un panificio della zona gestito da Gio, un panettiere di origine siciliana, per comprare pane e focacce da usare come espediente per legare il tema della lingua a quello del cibo e della cultura in generale.

“Per me, queste lezioni rappresentano un modo per offrire a tutti i ragazzi le stesse opportunità e vederli sbocciare, uno alla volta - prosegue -. La sfida più grande è rappresentata da quelle situazioni in cui l’insegnante di classe non crede nel progetto e quindi non supporta il lavoro in classe”. 

La buona volontà e la passione, però non bastano a far continuare anche i migliori progetti, come sottolinea Mammoliti, che evidenzia la situazione di difficoltà in cui versano le lingue in Australia, ma fa notare anche come, relativamente al progetto che coinvolge le scuole in zone rurali, siano stati praticati dei tagli al personale.

“È stato soppresso il ruolo di referente del progetto per l’area North-West, spero che questo non comprometta l’organizzazione della visita annuale alle scuole”, lamenta senza nascondere un po’ di preoccupazione.