ROMA - “In questo momento - spiegava pochi giorni fa il pm antimafia Roberto Tartaglia - si profilano come in una ‘tempesta perfetta’, i quattro presupposti che chiamerei “classici” e che da sempre invogliano e arricchiscono la criminalità organizzata: una micidiale carenza di liquidità (che le mafie non aspettano altro che colmare, portatrici come sono di immensi capitali illeciti in attesa di “collocazione”); la vera e propria “bomba sociale” che, soprattutto nelle regioni più fragili, rischia di esplodere da un momento all’altro, tra cittadini già deboli ridotti definitivamente allo stremo e lavoratori in nero privi di reali possibilità di ammortizzatori sociali e di assistenza: ed è inutile sottolineare come, da sempre, la criminalità organizzata abbia attinto proprio a questi settori come bacino privilegiato della propria manodopera illecita; la prospettiva di importanti investimenti pubblici in infrastrutture e in settori strategici che da decenni costituiscono la principale “tentazione”  e la più promettente occasione di guadagno della criminalità organizzata; ed infine la possibile sottovalutazione generale di questi rischi, facilitata da una comprensibile (anche se inaccettabile) distrazione, all’insegna di uno slogan - implicito e pericoloso - secondo cui “ora occorre ripartire, in qualsiasi modo e a qualsiasi costo”.

E sono molti infatti gli episodi che segnalano una crescita dell’attività delle più grandi organizzazioni antimafia. Dall’Interpol, al capo della Polizia Franco Gabrielli, le preoccupazioni per il fatto che la mafia stia approfittandosi della situazione di emergenza nazionale, sono arrivate sul tavolo del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha attivato una task force di esperti per monitorare il rischio dell’infiltrazione della criminalità organizzata nella fase di ripartenza dell’economia e ha allertato i prefetti, che dovranno monitorare gli indici di rischio, cioè i reati spia come l’estorsione, il riciclaggio e l’usura.

Già dai primi giorni dell’epidemia infatti la criminalità organizzata ha cercato di conquistare terreno sul piano del consenso sociale tra la popolazione, sospendendo il racket per i commercianti che non possono pagare, fornendo prestiti a strozzo per chi è in difficoltà, garantendo generi alimentari alle famiglie dei quartieri popolari più poveri.

Ma appunto, i timori più rilevanti sono sulla fase di ripartenza, quando la mancanza di liquidità e le lenguaggini burocratiche per ottenere aiuti dalle Istituzioni diventano terreno fertile per la mafia. Solo pochi giorni fa, ad esempio, un furgone guidato da appartenenti alla ‘ndrangheta e carico di denaro contante proveniente da un Paese dell’Est, è stato bloccato dai carabinieri alla frontiera. Secondo gli investigatori si trattava di soldi pronti ad inondare i territori di liquidità a beneficio delle cosche.