REGGIO CALABRIA - Le mani delle ‘ndrine sugli appalti e sulla politica in Regione. I carabinieri del Ros, assieme ai militari del Comando provinciale reggino e dello Squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del capoluogo calabrese, su richiesta della Procura, nei confronti di 14 persone (di cui sette in carcere, quattro agli arresti domiciliari e tre con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria), indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. L’indagine, diretta dalla Dda di Reggio Calabria, ha documentato l’esistenza di “gravi e concordanti elementi” relativi alla operatività e alle attività criminali della cosca Araniti.
Il sindaco reggino del centrosinistra, Giuseppe Falcomatà, figura tra gli indagati a piede libero. Gli stessi inquirenti hanno reso noto che il primo cittadino è sotto inchiesta “per il reato ex art. 416 ter del codice penale”, voto di scambio politico-mafioso, sebbene nei suoi confronti “non sia stata avanzata richiesta cautelare non avendo ritenuto compiutamente integrati per lo stesso tutti i presupposti legittimanti”.
L’indagine ha fatto luce anche su episodi di “ipotizzato condizionamento delle competizioni elettorali”. Avviata nel 2019, avrebbe peraltro permesso di “acquisire elementi sintomatici del condizionamento delle elezioni, presso alcuni seggi elettorali, per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) e del Consiglio Comunale di Reggio (nel 2020)”.
L’inchiesta contesta, a vario titolo, ai 14 destinatari delle misure cautelari (e tra questi non c’è Falcomatà) i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Oltre al sindaco reggino, tra gli indagati per voto di scambio politico-mafioso durante le elezioni del 2020 e 2021 per il rinnovo del Consiglio regionale e del Consiglio comunale, ci sono altri due politici coinvolti nell’operazione del Ros “Ducale” della Procura distrettuale antimafia guidata da Giovanni Bombardieri: il capogruppo al Consiglio regionale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale in carica, Giuseppe Sera (Pd). La Procura aveva chiesto per i due consiglieri l’applicazione della misura cautelare, ma il Gip di Reggio Calabria ha respinto la richiesta; la Procura impugnerà la decisione.
Le indagini si sono concentrate sulla cosca Araniti, egemone nel territorio di Sambatello, e avrebbero consentito di delinearne assetti, attività estorsive ai danni di appalti pubblici, ingerenza nella conduzione della discarica di Sambatello attraverso l’imposizione, alle ditte di volta in volta impegnate nella gestione dell’impianto, del personale da assumere e le relazioni con le cosche.