“Sono partito pensando a quando suonavo nei club i primi tempi, quando non dovevamo suonare per fare ballare la gente, facevamo Genesis, Pink Floyd, partendo da là fino ai giorni nostri ho buttato giù 500 titoli”. Così Zucchero durante la conferenza stampa di presentazione di “Discover”, il primo album di cover nella sua lunga carriera uscito la scorsa settimana.

Non le ha scritte lui, ma è come se fossero sue le 13 canzoni rilette da Zucchero con duetti con Bono, Elisa, Mahmood e un “cameo” virtuale di Fabrizio De André in “Ho visto Nina volare”.

All’inizio, come detto, i brani selezionati per il primo progetto di cover della sua quarantennale carriera erano circa 500, “poi - racconta Zucchero presentando il nuovo lavoro - ho dovuto scremare fino alla rosa finale, scegliendo con due anime: l’amore per la melodia italiana e la musica afroamericana”. 

La tracklist del disco presenta un affascinante miscela tra classici della cultura statunitense come “The Scientist” dei Coldplay, che ha già anticipato l’uscita dell’album, “Wicked game” di Chris Isaak o “Follow You Follow Me”, rilettura coinvolgente di uno dei primi grandi successi a livello mondiale dei Genesis (anche questa già distribuita).

E, anche se il progetto era partito prima del COVID-19, in qualche modo risente del periodo: “Personalmente ho sofferto un paio di mesi e nel disco c’è un velo di malinconia, non ci sono brani aggressivi o tirati”. Ce ne sono invece alcuni figli del lockdown, come “Canta la vita”, la versione italiana della canzone di Bono “Let your love be known”, dedicata a chi in Italia combatte contro l’emergenza coronavirus.

“Essendo anch’io immerso nel lockdown - racconta Adelmo Fornaciari in arte Zucchero - gli ho chiesto se potevo adattarla perché non parlava della situazione in modo patetico. Poi l’ho chiamato e gli ho chiesto di fare un cameo e lui, come sempre super generoso, non solo mi ha mandato la voce principale, ma anche i cori armonizzati alla Beatles. E poi è un coach mica da ridere, mi diceva: ‘Zucchero puoi fare di più, qui sei calato di tensione’. E gli ho dato retta perché spesso ha ragione”. 

Così come aveva ragione Dori Ghezzi quando gli disse che poteva fare sua “Ho visto Nina volare”: quello della cover “non è un duetto canonico, più un cameo, ma ho sentito l’esigenza - spiega Zucchero - di far entrare la voce di Fabrizio come un vento caldo dietro la schiena che mi fa andare in ottava”. “Devo dare atto a Dori, fu lei che mi suggerì di fare questo brano, disse che c’era qualcosa di me in quel brano. Aveva ragione”. 

Nell’album troviamo anche “Fiore di maggio” di Fabio Concato (“Brano un po’ dimenticato, da rivalutare, ha una melodia bellissima”) ma anche “Con te partirò” che, come racconta, Bocelli era molto incerto se cantare o meno.

Ed è una scoperta il duetto con Mahmood in “Natural blues” di Moby: “Ho sempre pensato che fosse un talento molto dotato vocalmente con un timbro soul, in studio - conferma - ne ho avuto la riprova”. Non c’era bisogno di conferme con Elisa, con cui Zucchero interpreta “Luce”, di cui scrisse l’inciso, contribuendo a convincerla a cantare in italiano e ad andare al Festival di Sanremo, che poi vinse.

Di Andrea Bocelli, invece, come accennato, curiosamente Zucchero non ha scelto “Il mare calmo della sera”, che porta la sua firma, ma “Con te partirò”: “Una sera Andrea venne da me a cena con quel brano, non ne era convinto e gli dissi: ‘Sei pazzo, è straordinario’. Ho sempre pensato a come l’avrei fatta io, è una melodia italiana bellissima e ho provato a farla minimalista, senza una grande orchestra, più intima, l’ho fatta mia e mi è piaciuta”. “E’ piacevole provare a fare tue le canzoni che hai amato, sperando - sottolinea l’artista emiliano - di non rovinarle. Ho vissuto questo disco come mio, pensando di aver scritto io le canzoni”. 

Nel frattempo, ha anche doppiato uno dei personaggi del film di animazione “Sing 2”, per il mercato italiano. “A casa sto benissimo, ma dopo un po’ - confida scherzosamente - mi sembra di invecchiare precocemente e vorrei evitare questo processo”. Per questo, anche se pensa che “ognuno fa ciò che sente”, è convinto che “bisogna far finire questa storia del COVID-19 e l’unico modo è vaccinarsi, noi ci siamo dovuti vaccinare per il tour e io per la musica faccio questo e altro”. 

Dopo che il suo tour è stato rimandato due volte, Zucchero non nasconde la preoccupazione per le 14 date previste all’Arena di Verona tra aprile e maggio 2022 e lo show con Eric Clapton a Berlino a fine maggio: “Aprile sembra lontano ma è lì, speriamo - conclude - di partire davvero, non vedo l’ora”.